Benedicta uccisa e gettata in un fosso ad Albareto: chiesti 30 anni per il killer
Trent'anni: è la pena chiesta dalla Procura per Leopoldo Scalici, 42 anni, femminicida di Benedicta Daniel, la 40enne barbaramente uccisa con una morsa di metallo nell’aprile 2019 e poi abbandonata nelle campagne di Albareto (Modena). Leopoldo Scalici, disoccupato palermitano di 41 anni, si è costituito qualche ora dopo i fatti. Il 41enne ha assassinato la ragazza colpendola alla testa con il pesante utensile metallico subito dopo aver avuto un rapporto con lei. Come dimostrato dalle indagini, Scalici aveva agito sotto l'effetto di droghe, circostanza che in ogni caso non avrebbe compromesso la sua capacità di intendere e di volere, come stabilito da una perizia psichiatrica.
I fatti risalgono al 7 aprile 2019, quando un uomo che passeggiava con il cane ha fatto la macabra scoperta in via Stradello Toni ad Albareto, frazione di Modena. L'uomo ha notato il cadavere di una donna riverso in un fossato. Si trattava di Benedicta Daniel, 40 anni, conosciuta nell'ambiente della prostituzione modenese come ‘Anita'. Il ritrovamento è avvenuto in una zona isolata, frequentato prevalentemente da famiglie residenti o dai mezzi agricoli, dove tuttavia, le coppie andavano per trovare intimità. Si tratta, generalmente, di prostitute provenienti dal villaggio di Modena Nord in compagnia dei loro clienti.
Come stabilito dall'autopsia, il cadavere presentava almeno due grosse ferite alla nuca e aveva il volto sfigurato da colpi inflitti, con tutta probabilità, con la stessa arma, identificata poi in una morsa metallica, di quelle utilizzate in falegnameria e ferramenta per trattenere pannelli. Il delitto, come stabilito all'epoca, potrebbe essere avvenuto poco distante dal luogo in cui il corpo massacrato della ragazza è stato abbandonato. A poche ore dal ritrovamento, accompagnato dalla madre, Scalici si è presentato in caserma dai carabinieri per confessare il delitto.
Il 42enne ha raccontato di aver incontrato la vittima la notte tra il 6 e il 7 aprile e di averla invitata a salire su un furgone che un amico gli aveva prestato, per consumare un rapporto sessuale. Dopo, secondo il racconto del femminicida, sarebbe scoppiata una discussione culminata nell'omicidio. La vittima era stata colpita più volte alla testa con una morsa da banco. Dopo Scalici arevve rimesso in moto per guidare senza metà col cadavere seminudo della donna nel furgone fino a raggiungere Albareto, dove si è ha abbandonato il corpo insieme ai vestiti. La morte della quarantenne produsse una forte reazione della comunità nigeriana in Italia: “Questo è un momento di tristezza nella nostra comunità per la morte di una nostra concittadina. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno ora è pregare perché la sua anima riposi in pace".