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Benedetta non ci vede, ma sui pattini vola come Harry Potter e meraviglia tutti

“Noi genitori continuiamo a informarci su eventuali cure, anche se non so come potrebbe reagire se a 18 anni riacquistasse, per ipotesi, la vista. Non è facile, spesso sdrammatizziamo per non piangerci addosso perché non serve, Benedetta fa la sua vita come i suoi coetanei e ci insegna che ogni giorno, anche se al buio, è bellissimo.”
A cura di Iacopo Melio
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Questa è la storia di Benedetta Lincetto. “Bene” ha undici anni, tanti quanti quelli di mia sorella Costanza, e così anche lei a metà settembre ha iniziato la scuola media, con la differenza che si trova un bel po’ distante da dove ogni mattina arriva mia sorella con il suo bel pulmino giallo: all’Istituto comprensivo di Vigodarzere (Padova).

Benedetta è nata con una cardiopatia congenita chiamata “tetralogia di Fallot”, per questo è stata operata al cuore due volte. A soli quattro mesi le viene poi diagnosticata una distrofia retinica, così ad oggi ha una grave ipovisione che le permette di percepire solamente la luce. Ciò nonostante, proprio come il suo maghetto preferito Harry Potter, ha compiuto una vera e propria magia!

La ragazzina è stata da sempre sostenuta dalla Fondazione Hollman di Padova, un centro di riabilitazione visiva dove si possono svolgere varie attività tra le quali quelle improntate sull’orientamento e la mobilità, ma anche riguardanti la cucina, la danza di gruppo e momenti di ascolto con coetanei non vedenti. Oltre a questo, la famiglia e le amicizie instaurate negli anni della scuola, compreso il bel rapporto con le insegnanti di sostegno e le operatrici domiciliari, hanno svolto un ruolo fondamentale nel costruirle una sua autonomia.

Benedetta divora libri in braille, ama le serie TV come ogni quasi-adolescente (mia sorella compresa), canta, ma soprattutto pattina. Ed è stato proprio l’incontro con i pattini e la sua insegnante Silvia Cagnazzo ad aver cambiato la sua vita. Da allora, oltre ad espandere il suo sorriso, ha tirato fuori tutta la tenacia e l’impegno che aveva dentro prendendo lezioni private, fino a raggiungere risultati straordinari: la sua partecipazione ad una “gara sociale” e al saggio finale sono traguardi impensabile qualche tempo fa.

Benedetta sul podio dopo l'emozionante saggio.
Benedetta sul podio dopo l'emozionante saggio.

Una vera e propria magia, come dicevo, grazie alla Società “Pattinaggio artistico Altichiero” che ha ideato insieme a Silvia una coreografia che l'allieva, vestita da piccola maga, ha potuto realizzare insieme alle compagne di gruppo: ciascuna ragazza teneva in mano una “bacchetta magica” che ha permesso a Benedetta di avere la percezione di quello spazio che la vista le ha tolto.

Benedetta e le compagne con le loro "bacchette magiche".
Benedetta e le compagne con le loro "bacchette magiche".

“Io e mio marito di Nicola facciamo di tutto per nostra, senza pietismi, cercando di renderle le giornate più “normali” possibili. Mesi fa, ad esempio, ci ha espresso il desiderio di andare in bici e così abbiamo preso un tandem: adesso facciamo insieme delle gran girate e lei pedala con noi!” – racconta Alice, la mamma – “Così abbiamo fatto per il pattinaggio, cercando per lungo tempo una società che fosse disposta ad accoglierla nonostante le sue difficoltà. La ricerca è stata durissima ma alla fine ce l'abbiamo fatta!”

Un allenamento lungo e non facile quello che è stato intrapreso all’interno della struttura: Benedetta ha dovuto letteralmente “toccare con mano” lo spazio dove si sarebbe trovata, pareti comprese, per comprenderlo e averne la percezione. In un secondo momento è stato affinato un metodo ad hoc: la bimba tocca l’insegnante che esegue i movimenti e gli spostamenti che poi Benedetta deve memorizzare e dunque ripetere. In pratica, un esercitazioni basata più sul contatto grazie alle mani.

Durante gli allenamenti, la bimba tocca l'istruttrice per capire i movimenti da eseguire.
Durante gli allenamenti, la bimba tocca l'istruttrice per capire i movimenti da eseguire.

Uno spettacolo emozionante in cui l'affiatato gruppo si è tenuto per mano per tutta l'esecuzione sulle note della colonna sonora di Hogwarts, commovendo i presenti. Una splendida dimostrazione di come, ancora una volta, i limiti risiedano più nelle nostre teste che nel nostro corpo. E "insieme" nemmeno il futuro pare una sfida così spaventosa:

"Noi genitori continuiamo a informarci su eventuali cure, anche se non so come potrebbe reagire se a 18 anni riacquistasse, per ipotesi, la vista. Non è facile, spesso ad esempio mi chiede come farà a guidare la macchina da grande: io le rispondo che non le servirà perché si troverà un fidanzato che la porterà in giro. Sdrammatizziamo per non piangerci addosso perché non serve, Benedetta fa la sua vita come i suoi coetanei e ci insegna che ogni giorno, anche se al buio, è bellissimo."

Il sorriso felice di Benedetta.
Il sorriso felice di Benedetta.
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Laureato in Scienze Politiche (curriculum in "comunicazione, media e giornalismo"). Racconta le storie degli altri come giornalista, scrittore e attivista per i diritti umani e civili. Vincitore del Premio "Cittadino Europeo" nel 2017, è stato nominato "Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana" da Sergio Mattarella nel 2018.
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