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Belluno, tre giovani calciatori assolti dall’accusa di violenza sessuale di gruppo

Federico De Min, Matteo Verdicchio e Santiago Visentin erano accusati di stupro di gruppo durante una festa alla quale hanno partecipato la notte di Ferragosto del 2020 in una villa di Visome, frazione di Belluno.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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Sono stati assolti Federico De Min, 26 anni, Matteo Verdicchio, 25, e Santiago Visentin, 24, i tre giovani calciatori già in forza in diverse squadre venete accusati di stupro di gruppo durante una festa alla quale hanno partecipato la notte di Ferragosto del 2020 in una villa di Visome, frazione di Belluno.

La presunta vittima non è stata ritenuta sufficientemente credibile dai giudici del tribunale di Belluno, che hanno valutato contraddittorie e insufficienti le prove fornite dalla parte offesa. La richiesta di condanna dell'accusa era di otto anni e di un risarcimento di 150mila euro. Fra novanta giorni verranno pubblicate le motivazioni della sentenza.

Secondo la denuncia della giovane quel giorno, durante una festa di mezza estate in una casa privata, era stata obbligata a subire rapporti sessuali completi dai tre, che le avevano tappato la bocca per impedirle di chiedere aiuto. In precedenza sembra che la ragazza avesse già avuto approcci intimi consenzienti con due dei calciatori accusati: quel pomeriggio però, ha sostenuto la diretta interessata, l’avrebbero "obbligata" contro la sua volontà. "Mi sono arresa solo quando ho capito che non sarei riuscita a fermarli", ha dichiarato in aula, mentre la pm ha aggiunto che "nel momento in cui il rapporto è continuato, gli imputati si sarebbero dati il cambio".

Una versione che i difensori degli imputati (Alessandro Avanzi e Giuliasofia Aldegheri per Visentin, Anna Casciarri e Massimiliano per gli altri due imputati) hanno indebolito evidenziando le contraddizioni emerse nel corso del processo celebrato a porte chiuse. Ad avviso dei legali infatti si sarebbe trattato di "rapporti del tutto consensuali", mentre la versione sostenuta dalla ragazza sarebbe stata "inventata" per il timore della stessa di essere malvista, compromettendosi la reputazione agli occhi degli altri invitati della festa. Lo stesso proprietario di casa, transitando davanti alla camera dove si sarebbe consumata la presunta violenza, avrebbe detto che a suo avviso si trattava di "approcci consenzienti".I difensori dei calciatori hanno inoltre elencato una serie di circostanze sospette, a partire dai lividi "ritardati" non riscontrati dai sanitari al primo accesso al pronto soccorso bensì a distanza di 16 ore dai presunti abusi.

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