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Belluno: tangenti per ridurre i tempi della procreazione assistita (VIDEO)

Primario intasca tangenti per accorciare i tempi d’attesa della procreazione medicalmente assistita. Le coppie che si rivolgevano allo stimato medico pagavano fino a 2.500 euro.
A cura di Carmine Della Pia
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Procreazione assistita

Frode a Belluno, medico intasca tangenti.

procreazione medicalmente assistita

Uno stimato primario padovano è stato arrestato per estorsione: chiedeva denaro per accorciare i tempi di attesa delle coppie che ricorrevano alla procreazione assistita. L’accusa è di concussione aggravata e continuata e interruzione di pubblico servizio, in quanto il medico, primario in provincia di Belluno, non si faceva scrupoli nel chiedere somme ingenti alle coppie che visitavano il suo centro medico per chiedere l’inserimento nelle liste d’attesa, al fine di realizzare il sogno più ambito: quello di avere un bambino grazie alla p.m.a., procreazione medicalmente assistita. Mediamente i tempi d’attesa, in questi casi, non sono mai inferiori ai due anni, per cui il primario dell’ospedale di Pieve di Cadore, Belluno, al momento agli arresti domiciliari, faceva leva sulla ‘disperazione’ di chi, già provato per il ricorso alla p.m.a., era anche costretto ad aspettare liste interminabili.

Il raggiro dello stimato primario

La frode del medico, stimatissimo nel campo della procreazione medicalmente assistita, è stata svelata grazie a denunce e intercettazioni. A partire dalla prima visita, il primario era solito informarsi circa la situazione economica della coppia che chiedeva l’inserimento nelle liste d’attesa per la procreazione medicalmente assistita. Una volta avanzata la richiesta di denaro, per somme che partivano da un minimo di 2.000 euro, l'estorsore incassava il tutto personalmente, dando appuntamento alle donne raggirate in vari luoghi, dai bar alle stazioni di servizio, fino ai caselli autostradali. Infine, un'altra menzogna: la somma intascata per “saltare la lista pubblica” era destinata ai biologi di un centro di Bologna specializzato in tecniche di fecondazione assistita, una società che da sempre collabora con il centro di p.m.a. di Pieve di Cadore. Le indagini sveleranno, poi, la totale estraneità ai fatti dei biologi bolognesi.

Le indagini

Le coppie che hanno confermato ai finanzieri il pagamento della tangente per ridurre i tempi d’attesa e sottoporsi alla p.m.a. sono, finora, sei. I finanzieri del comando provinciale di Belluno hanno accertato che la proposta partiva dal primario padovano durante i primi incontri con le coppie. Alcune indagini, poi, hanno accertato che il medico di Belluno sia l'unico responsabile della frode, mentre l’equipe di medici e biologi tirata in ballo dall’estorsore è totalmente estranea al raggiro. Il primario 62enne, infatti, raccontava alle coppie raggirate che le enormi cifre richieste avrebbero finanziato una società bolognese che si occupa di ricerca tecniche per la fecondazione assistita.

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