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Esplosione a Beirut, in Libano

Beirut, generale Chiapperini a Fanpage: “Nessuna ipotesi esclusa, si tratta di un Paese complesso”

In un’intervista a Fanpage.it, il Generale (in quiescenza) Luigi Chiapperini commenta l’inferno di Beirut, dove questo pomeriggio una potente esplosione ha provocato almeno 60 morti e migliaia di feriti: “Gli attori in gioco nel Paese dei Cedri sono molteplici con intrecci molto complessi. Le ipotesi possono essere tante. Dal semplice incidente a contrasti interni tra le varie ‘anime’ libanesi. Non è da escludere un intervento esterno nella considerazione che Hezbollah sta operando su vari fronti anche al di fuori dei confini”.
A cura di Redazione
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Sulle cause delle potenti esplosioni che oggi pomeriggio hanno messo in ginocchio la capitale libanese Beirut si sta ancora indagando. Si stanno vagliando diverse ipotesi: quella più probabile è che le deflagrazioni siano partite da un deposito di sostanze chimiche altamente infiammabili, che erano stipate in un magazzino del porto. Non sarebbe però del tutto esclusa la pista terroristica. Abbiamo chiesto al Generale (in quiescenza) Luigi Chiapperini, già comandante dei contingenti multinazionali in Afghanistan, Kosovo e Libano (UNIFIL), attuale Presidente Nazionale dell’ALTA (Associazione Lagunari) e membro del Centro Studi dell'Esercito, di aiutarci a far chiarezza sulla tragedia, paragonata a quella di Hiroshima e Nagasaki. Al momento il bilancio è pesantissimo: si parla di oltre 60 morti e migliaia di feriti.

Generale, vista la sua esperienza e la sua conoscenza dei territori oggetto della violenta esplosione, cosa pensa possa essere realmente accaduto?
La prima cosa che mi sento di dire è che qualunque considerazione sui fatti avvenuti per i quali non ci sono rivendicazioni, sarebbe avventata. Gli attori in gioco nel Paese dei Cedri sono molteplici con intrecci molto complessi. Le ipotesi possono essere tante. Dal semplice incidente a contrasti interni tra le varie “anime” libanesi. Non è da escludere un intervento esterno nella considerazione che Hezbollah sta operando su vari fronti anche al di fuori dei confini.

Le autorità hanno diffuso due "versioni": in un primo momento si è parlato di una esplosione in una fabbrica-deposito di fuochi artificiali, poi dello scoppio di un deposito di sostanze esplosive. Vedendo le immagini della deflagrazione, cosa può dirci?
Un'esplosione così violenta è poco probabile che sia avvenuta a causa di fuochi artificiali. Potrebbero però essere state altre sostanze altamente esplosive stoccate al porto. Non è da escludere ad esempio il nitrato di ammonio, oppure materiale esplosivo sequestrato.

Ritiene sia normale che un deposito di sostanze chimiche altamente infiammabili sequestrate si trovasse al porto, così vicino al centro città?
Direi che non può essere considerata una situazione normale, ma non è neanche impossibile in una nazione che ha pochi porti attrezzati. Sostanze come il nitrato di ammonio, che è un fertilizzante, possono causare esplosioni. I Talebani in Afghanistan lo usano contro le forze locali e NATO.

Che importanza ha quel porto per il Libano?
Per il Libano è fondamentale, ma lo è anche per le nostre truppe che hanno lo SPOD (Sea Port of Debarkation) proprio lì. Sia l’aeroporto che il porto di Beirut sono indispensabili per il sostegno delle forze UNIFIL.

L'ipotesi secondo la quale si trattasse di un deposito di armi di Hezbollah? È plausibile?
Inizialmente non ho scartato l’ipotesi di un’azione israeliana proprio per l'attivismo di Hezbollah su vari fronti. Peraltro non credo che Israele abbia voluto colpire così tanti civili. Le sue azioni, generalmente volte a rispondere ad analoghi attacchi portati alla sua sicurezza, non comprendono effetti collaterali, ed in questo caso invece ci sono state parecchie vittime.

Parlando invece degli italiani coinvolti, quali sono le condizioni degli italiani e se può darci delle informazioni su dove si trovavano. Sappiamo che non sono gravi, per fortuna.
Lo Stato Maggiore Difesa ha diramato un comunicato nel quale conferma un ferito lieve appartenente al JMOU (Joint Multimodal Operation Unit), Team con il compito di far transitare gli equipaggiamenti per le nostre truppe dislocate lungo la Blue Line nel sud del Libano). Le Forze Armate italiane sono impegnate in tantissimi scacchieri operativi e il coinvolgimento in questi eventi può sempre accadere.

In questi casi, cosa accade agli altri soldati italiani presenti sul territorio? Viene innalzato livello di attenzione/sicurezza?
Assolutamente sì, fintanto che non vengono chiarite le circostanze che hanno portato all’evento. Tutti i soldati impiegati all’estero sono addestrati e quindi pronti ad affrontare ogni tipo di evenienza.

Come racconterebbe a un italiano cosa è il Libano e cosa ha rappresentato storicamente?
Il Libano è stato culla di civiltà ed era una nazione florida fino a pochi decenni fa. Oggi vive una situazione interna, ma non solo, molto complessa. Ha confini bollenti (Siria, Israele) e una situazione interna molto delicata, paragonabile ad un equilibrista che in ogni momento potrebbe cadere dal filo su cui cammina. Per tale motivo l’impegno nazionale con la missione UNIFIL risulta fondamentale per contribuire alla stabilità di una nazione sfortunata che si affaccia nel nostro Mediterraneo.

L'esplosione di oggi crede che potrà avere conseguenze sulla stabilità del Libano? Pensa possa essere magari utilizzata dalle varie fazioni?
Sarebbe lo scenario più tragico. Se le varie fazioni cavalcassero l’ipotesi dell’attentato perpetrato da fazioni opposte, potrebbero innescarsi dinamiche incontrollabili. Ma tutti speriamo che ciò non avvenga. Il Libano, paese affascinante, non merita ulteriori sofferenze.

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