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Naufragio del Bayesian a Palermo

Bayesian, il costruttore dello yacht porta il New York Times in tribunale: “Accuse inconsistenti”

La società The Italian Sea Group, rilevatrice del marchio Perini Navi nel 2021, risponde e attacca il quotidiano statunitense che in un’inchiesta del 31 ottobre aveva segnalato problemi strutturali di progettazione come causa del naufragio.
A cura di Giovanni Turi
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Bayesian, lo yacht naufragato lo scorso 19 agosto
Bayesian, lo yacht naufragato lo scorso 19 agosto
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La colpa del naufragio dello yacht Bayesian nelle acque di Porticello, nel Palermitano, lo scorso 19 agosto potrebbe essere del "super albero", troppo alto e pesante. Così come altre caratteristiche tecniche strutturali non conformi.

Sono queste le conclusioni di un'inchiesta investigativa del New York Times uscita giovedì 31 ottobre sull'affondamento che è costato la vita a 7 persone, compreso il magnate inglese Mike Lynch.

Ma la smentita di The Italian Sea Group, società che ha rilevato nel 2021 il marchio Perini, il cantiere navale di Viareggio che aveva costruito l'imbarcazione nel 2008, era arrivata subito. E ora annuncia le vie legali contro la testata statunitense.

Un mandato "per il danno di immagine riferibile al brand e alla reputazione di Perini Navi, finora simbolo di perfezione tecnologica e massima espressione della nautica italiana nel mondo", riferisce la Spa.

Una decisione giunta alla luce del fatto che la stessa società ha rilevato il marchio da un'asta fallimentare il brand, i suoi archivi e una parte immobiliare della Perini Navi 13 anni dopo la costruzione dello yacht. Per cui non si sente "in alcun modo responsabile di qualsiasi accadimento eventualmente riferibile all'affondamento".

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La tesi del New York Times

Nella sua inchiesta il New York Times aveva ricostruito che l'incidente sarebbe stato causato da un albero non conforme, che avrebbe reso lo yacht instabile e suscettibile al ribaltamento, a sua volta favorito dall'ondata di maltempo che colpì la Sicilia.

Ci sono poi altri "gravi punti deboli" a livello progettuale che, sommati tutti insieme, si sono resi complici del disastro. Tipo due grandi porte a vetri sul ponte che avrebbero incrementato la possibilità del veliero di imbarcare acqua in caso di forti venti, le aperture dello scafo e le prese d'aria troppo vicine alla linea di galleggiamento.

La tesi della Società

La società, tuttavia, contesta questa "narrazione del tutto priva di consistenza tecnica". E si dice certa "dell'inaffondabilità del Bayesian, se condotto correttamente". La barca, infatti, "pur avendo una curva di stabilità diversa da un ketch (piccola unità a due alberi, ndr), è comunque pienamente e ampiamente conforme ai criteri definiti dalla Maritime and Coastguard Agency per le imbarcazioni commerciali a vela".

Dal momento del naufragio in poi, inoltre, The Italian Sea Group rivendica la perfezione tecnologica dello yacht, sottolineando che "è stato progettato da uno dei più famosi architetti navali del mondo, Ron Hollan, mentre non leggiamo alcun nome di, a loro dire, progettisti che che apoditticamente affermano che la barca offre evidenti debolezze".

Riguardo le porte della nave, continua la nota della società, "sono a tenuta stagna come richiesto dalle norme e possono causare allagamenti progressivi solo se lasciate aperte e con angoli di sbandamento superiori a 30 gradi, quindi non possono rappresentare in alcun modo un difetto di progettazione o una debolezza, se azionate correttamente".

E sulle presunte vulnerabilità del Bayesian di fronte a condizioni meteo avverse? La società ribatte che "potrebbero derivare esclusivamente da procedure errate", in ragione del fatto che "tutti i documenti tecnici sono stati controllati e convalidati durante la prova di stabilità a bordo". Ecco perché "tutte le potenziali aperture o punti di downflooding erano protetti e dotati di mezzi di chiusura a tenuta stagna, la maggior parte dei quali azionabili a distanza".

"Se lo yacht è correttamente manovrato – precisa infine la nota -, portando la prua al vento con l’utilizzo dei motori, la raffica risulta inefficace nel far rollare l’imbarcazione. L'acqua inoltre può entrare attraverso le aperture solo se le stesse non sono correttamente chiuse".

Le indagini proseguono

Sull'incidente gli inquirenti della procura di Termini Imerese continuano a indagare per naufragio e omicidio colposo. E hanno iscritto nel registro degli indagati, riporta il Corriere della Sera, il comandante James Cutfield, l'ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio inglese Matthew Griffiths, che la notte della bufera era di guardia in plancia. I magistrati "chiariranno le ragioni dell'ingresso dell'acqua a bordo", afferma la società. Nei prossimi mesi il relitto verrà recuperato.

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