“Basta col telefono, trovati un lavoro”: 23enne uccise la mamma dopo rimprovero, condannato all’ergastolo
Il ragazzo di 23 anni di origine pakistana che lo scorso marzo uccise a martellate la madre Rubina Kousar dopo un banale rimprovero nella casa di famiglia in via Sommeiller 32 a Pinerolo, in provincia di Torino, è stato condannato all'ergastolo. La Corte di assise, applicando un articolo del codice di procedura penale, ha dichiarato per lui "indegnità a succedere alla madre".
La richiesta del fine pena mai era stata avanzata alla Corte d'assise del capoluogo piemontese, a cui il giovane imputato ha inviato una lettera in cui ha scritto: "Chiedo scusa a tutti, io amo mia madre". È stata anche respinta la richiesta della difesa di disporre una perizia psichiatrica.
Era lo scorso 9 marzo quando il ragazzo ha colpito a morte la madre. Quest'ultima gli aveva detto di smetterla di "stare al telefonino tutto il giorno" e di "cercare un lavoro". Dopo il rimprovero, lui per tutta risposta l'ha presa a martellate. Fatali risulteranno i colpi alla nuca. La domenica precedente l'imputato aveva litigato con il padre per lo stesso motivo, ma in quell'occasione non aveva voluto sporgere denuncia. Fu proprio l'uomo a lanciare l'allarme correndo in strada per chiedere aiuto dopo essere arrivato a casa e aver trovato la moglie priva di sensi sul pavimento. Poi, si è recato al comando di polizia locale urlando: "Sangue, mio figlio è a terra".
"L’ho visto (mentre lo portavano via ndr) dal balcone e mi ha sconvolto proprio la faccia di questo ragazzo, perché era proprio fuori di sé. Aveva degli occhi allucinati, non era in sé", raccontò a Fanpage.it una vicina di casa. Il giovane, dopo essere stato fermato, confessò immediatamente l'omicidio.