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Omicidio Altavilla Milicia a Palermo

Barreca incontra l’avvocato dopo il trasferimento a Enna: “Nessun esorcismo, voleva pregare per i detenuti”

Dopo il trasferimento presso il carcere di Enna, Giovanni Barreca ha incontrato l’avvocato Giancarlo Barracato, che ha sottolineato che non vi sarebbe stato alcun tentativo di esorcismo sui detenuti da parte del 54enne accusato della strage familiare di Altavilla Milicia. “Vuole risolvere tutto con la preghiera – ha raccontato – perché vede demoni ovunque, ma non vi sono stati tentativi di compiere riti su altri detenuti”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Giovanni Barreca e Antonella Salamone
Giovanni Barreca e Antonella Salamone
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L'avvocato Giancarlo Barracato ha incontrato ieri il suo assistito, Giovanni Barreca, allontanato dal carcere di Palermo e spostato nel carcere di Enna, forse per motivi di sicurezza. Secondo il legale, non vi sarebbe stato alcun tentativo di esorcismo nei confronti di altri detenuti da parte del 54enne accusato di aver ucciso la moglie e i due figli durante un rito effettuato con la complicità della figlia 17enne e di altre due persone, i due "guru spirituali" che si facevano chiamare "i fratelli di Dio".

Barreca era infatti detenuto nella cella di isolamento, condizione che permane anche nella nuova struttura di Enna."Non c'è stato nessun tentativo di esorcismo – ha spiegato ai microfoni di Storie Italiane -. Barreca vuole risolvere tutto con la preghiera, non ha contatti con altri detenuti dall'isolamento, ma ha sentito i loro lamenti e si è reso disponibile con i secondini".

Ci sarebbe stato quindi un fraintendimento, secondo il legale, alla base dello spostamento nel carcere di Enna per motivi di sicurezza. Nella sua cella palermitana, Barreca ha potuto continuare a leggere la Bibbia e a guardare la televisione. Da qui, secondo quanto noto, avrebbe appreso anche dell'interrogatorio sostenuto dalla figlia 17enne, l'unica del nucleo familiare sopravvissuta alla strage di Altavilla Milicia nella quale sono morti sua mamma, Antonella Salamone, e i due fratelli di 16 e 5 anni.

Sabrina Fina e Giovanni Barreca
Sabrina Fina e Giovanni Barreca

Durante l'interrogatorio, la 17enne avrebbe sottolineato di non essere pentita per l'omicidio dei familiari e che, potendo scegliere, avrebbe comunque eseguito il terribile rito inflitto ai due fratellini minori e alla mamma. "Barreca ha sentito questa ricostruzione – ha spiegato il legale – e ora si interroga su quello che sarà il suo destino. Per questo motivo ha chiesto notizie della figlia, per sapere come sta e cosa la aspetta per il futuro".

Per il legale, anche il personale del carcere ha sempre descritto il muratore 54enne come un "detenuto modello" che non aveva mai dato problemi. "Crede che il demonio sia ovunque – ha ribadito Barracato – e pensa di poter risolvere tutto con la preghiera. Dalla cella d'isolamento ha sentito i lamenti di altri detenuti e ha detto ai secondini di essere disponibile a pregare per loro e con loro. Da qui probabilmente è nato il fraintendimento che ha portato poi allo spostamento nel carcere di Enna".

Durante l'incontro in carcere con Barreca, poi, sarebbero emersi altri dettagli sui "fratelli di Dio",la coppia accusata di aver manipolato la figlia maggiore di Barreca, unica sopravvissuta alla strage di Altavilla Milicia, e di aver partecipato in qualche modo all'esorcismo su Antonella Salamone e sui due figli. "Secondo Barreca – ha spiegato l'avvocato – poco prima del delitto Carandente e Fina avrebbero passato diverso tempo al telefono. Dei segmenti temporali separati tra loro per un totale di circa 30 minuti, ma il mio assistito non è riuscito a dirmi con chi parlassero. Sicuramente era qualcuno di esterno alla villa della tragedia".

Per chiarire se i due guru spirituali possano aver manipolato anche la volontà di Barreca e la sua eventuale lucidità, sarà necessario aspettare la perizia psichiatrica. "Barreca non ha ancora ben capito cosa sia successo – ha concluso Barracato -. Vede demoni ovunque e vuole risolvere tutto con la preghiera".

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