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Bari scrive la storia della medicina: trapianto di cuore fermo da donatore di 83 anni, un primato mondiale

Il Policlinico di Bari conquista un doppio record: il primo prelievo d’organo da donatore a cuore fermo in Puglia e il trapianto di cuore più “anziano” mai documentato al mondo. Un’eccellenza che ridisegna i confini della trapiantologia.
A cura di Davide Falcioni
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Un risultato che segna un passo avanti storico per la medicina e la trapiantologia: al Policlinico di Bari è stato infatti eseguito con successo un trapianto di cuore prelevato da un donatore di 83 anni, il più anziano al mondo secondo la letteratura scientifica. Un record che si affianca a un altro: i primi prelievi d’organo da donatore a cuore fermo (DCD – Donation after Circulatory Death) mai realizzati in Puglia.

La procedura, nota come Donation after Circulatory Death (DCD), rappresenta una svolta rispetto alla donazione tradizionale: quest'ultima avviene dopo la morte cerebrale, mentre con la DCD gli organi vengono prelevati dopo l' arresto cardiaco irreversibile del paziente. In Italia, la certificazione del decesso avviene dopo venti minuti di assenza di attività cardiaca, documentata da un elettrocardiogramma. La procedura richiede una gestione altamente specialistica per preservare la funzionalità degli organi e garantire il successo del successivo trapianto. La complessità di questa tecnica si manifesta nella necessità di operare con rapidità immediatamente dopo il decesso, dato che il tempo a disposizione per il prelievo è estremamente limitato e indispensabile per evitare danni ischemici agli organi. Inoltre, vengono impiegate tecnologie, come l'Ecmo, la perfusione extracorporea, che permette di mantenere gli organi vitali in attesa del trapianto.

L’intervento in questione ha visto il coinvolgimento di 15 unità operative del Policlinico di Bari, tra cui cardiochirurgia, chirurgia epatobiliare, urologia e rianimazione. Un team multidisciplinare di 50 professionisti, tra anestesisti-rianimatori, perfusionisti, microbiologi, cardiologi, nefrologi, chirurghi e infermieri, ha lavorato in perfetta sinergia per raggiungere questo scopo. Il primo prelievo, effettuato il 1° febbraio, ha permesso di trapiantare cuore e fegato. Il secondo, realizzato il 5 febbraio, ha visto il prelievo del cuore da un donatore di 83 anni, seguito da un trapianto che ha segnato un primato mondiale.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha espresso grande soddisfazione: “Si apre una grande opportunità per aumentare le possibilità di trapianto per i pazienti in lista d’attesa. Questo risultato dimostra l’elevato livello di competenza delle nostre strutture sanitarie e conferma la nostra determinazione nel migliorare costantemente l’offerta sanitaria regionale”. Anche il vicepresidente e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, ha sottolineato l’importanza del traguardo: “Ringrazio tutti i professionisti che hanno reso possibile questo risultato e il Centro Regionale Trapianti per la gestione impeccabile di queste delicate operazioni. Un pensiero speciale va alle famiglie dei donatori, il cui gesto generoso restituisce speranza a chi attende un trapianto”.

Il professor Loreto Gesualdo, coordinatore del Centro Regionale Trapianti, ha spiegato l’impatto rivoluzionario di questa tecnica: “Oggi siamo in grado di utilizzare organi che fino a qualche anno fa non sarebbero mai stati prelevati. Grazie alla perfusione, possiamo aggiornare i protocolli e offrire una terapia salva-vita a una popolazione sempre più anziana e con aspettative di vita più lunghe”. Il direttore generale del Policlinico di Bari ha aggiunto: “Con il prelievo di organi da donatore a cuore fermo, realizziamo un obiettivo fondamentale per la crescita del programma trapianti in Puglia. Continueremo a investire in personale e tecnologie per garantire sempre maggiori opportunità ai pazienti in lista d’attesa”.

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