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Bari, rubano in Procura la 500 della polizia e la vendono: arrestato titolare di una concessionaria

Un 34enne è stato arrestato con l’accusa di ricettazione dopo aver ricevuto e nascosto una Fiat 500 della polizia rubata davanti alla Procura di Bari. La vettura è stata restituita alle forze dell’ordine.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Avrebbe ricevuto e nascosto una Fiat 500 Abarth di proprietà del ministero dell'Interno e in uso alla squadra Mobile di Bari, rubata lo scorso 13 dicembre sotto il palazzo della Procura in via Dioguardi. Un furto che ha messo in allarme inevitabilmente gli inquirenti, che sono riusciti però a ritrovare l'auto in pochi giorni presso l'abitazione di un 34enne di Santeramo in Colle, nei pressi di Bari. Il 34enne, titolare di una concessionaria d'auto, avrebbe ricevuto e nascosto l'automobile rubata lo scorso 13 dicembre, sotto il palazzo della Procura in via Dioguardi.

Agli inquirenti, ha spiegato di essersi insospettito quando due giovani gliel'avevano offerta senza documenti e doppie chiavi. Nonostante le iniziali perplessità, però, si sarebbe poi convinto ad accettare lo stesso la Fiat 500 Abath. Le forze dell'ordine lo hanno arrestato per ricettazione e il 34enne ha ottenuto i domiciliari. Il gip ha rigettato la richiesta del pm della detenzione in carcere.

L'uomo viene difeso dall'avvocato Massimo Chiusolo. La vettura, invece, è stata restituita ai legittimi proprietari e su quanto dichiarato dal 34enne titolare della concessionaria d'auto, sono ancora in corso accertamenti. Le forze dell'ordine sono infatti al lavoro per verificare l'esistenza di altri due presunti truffatori, i due giovani che avrebbero prima sottratto la macchina del ministero dell'Interno in uso alla squadra Mobile di Bari e poi consegnato la vettura all'uomo che, secondo l'accusa, l'ha ricevuta e nascosta. Per questo motivo, il titolare della concessionaria dovrà ora rispondere dell'accusa di ricettazione.

Le indagini sono per il momento ancora in corso per verificare ulteriori responsabilità da parte del 34enne al momento sottoposto agli arresti domiciliari  in attesa di rispondere alle accuse a lui rivolte.

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