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Bari, infermiera accoglie un gatto sul bus che trasportava malati di Alzheimer: licenziata

Secondo la casa di cura presso la quale l’infermiera lavorava il gattino avrebbe potuto diffondere malattie. Lei si difende: “Volevo solo compiere una buona azione”. Raccolta firme per far reintegrare la donna.
A cura di Susanna Picone
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Un gesto di generosità è costato caro a Patrizia Antonino, una infermiera di 43 anni fino a qualche tempo dipendente a tempo indeterminato di una cooperativa sociale, la Anthropos, che si occupa di assistenza a malati di Alzheimer presso una casa di cura a Giovinazzo, nella provincia di Bari. La donna ha iniziato ad avere problemi sul lavoro dopo aver portato a bordo del bus che trasportava i pazienti della casa di cura un gattino randagio che aveva trovato per strada. A raccontare oggi la sua storia è il Corriere della Sera secondo cui, dopo questo episodio registrato a maggio, prima la Antonino ha ricevuto una lettera di sospensione con cui la cooperativa chiedeva chiarimenti e successivamente è stata licenziata. “Sono stata condannata per un'opera buona”, ha raccontato lei spiegando che quando il gattino è stato portato a bordo gli anziani erano entusiasti. Il gattino “era lì, magrolino, in una scatola di cartone. Lo avevano abbandonato. Mi guardava e miagolava per la fame. Come facevo ad abbandonarlo?”, ha raccontato l’infermiera, poi “invitata” a riportare indietro l’animale.

Raccolta di firme per l'infermiera – “Dopo aver riportato il gattino nella sua cuccetta di cartone sulla strada, ho fatto salire gli anziani accuditi durante il giorno sul pullmino che guido proprio io per riportarli a casa”, ha raccontato ricordando quindi la vicenda che sostanzialmente è stata confermata dalla direzione della casa di cura secondo cui però il licenziamento è giusto perché il gattino poteva avere malattie. “Senza contare che non era custodito nella gabbietta di sicurezza come previsto dal codice stradale. In caso di pericolo improvviso, poniamo una frenata brusca, cosa sarebbe potuto succedere? È un comportamento che poteva mettere a repentaglio l’incolumità di tutti”, hanno spiegato. Così Patrizia Antonino, nubile e senza figli e con a carico la madre 87enne con problemi di mobilità, si è ritrovata senza lavoro e ha deciso di impugnare il provvedimento chiedendo il reintegro. Per lei è anche partita una raccolta firme per aiutarla nella sua battaglia e farla riassumere.

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