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Bari, colonnello dell’Esercito si toglie la vita: è il 25° suicidio dell’anno tra personale in divisa

Giovanni Devillanova, tenente colonnello dell’Esercito Italiano di 53 anni, si è sparato a Putignano, in provincia di Bari. Stando a quanto si apprende, l’uomo avrebbe avuto difficoltà legate all’impiego e allo stress del pendolarismo Roma-Bari.
A cura di Davide Falcioni
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Un nuovo suicidio per un membro delle forze armate. A togliersi la vita ieri Giovanni Devillanova, tenente colonnello dell’Esercito Italiano di 53 anni che si è sparato a Putignano, in provincia di Bari.

"Questo tragico evento – ha commentato il Sindacato unico dei militari (Sum) – si aggiunge alla lunga lista di personale delle forze di polizia e delle forze armate che si è tolto la vita quest’anno. L’ufficiale prestava servizio a Roma presso il 6 reggimento Genio pionieri, dopo essere stato impiegato, in questi anni, in altri enti della capitale dove doveva essere valorizzata la sua spiccata professionalità (si trattava di un laureato in ingegneria civile trasporti e abilitato alla professione)".

"Aldilà dei problemi che si possono avere a livello privato – aggiunge il Sum – pensiamo che sia arrivato il momento di investire risorse per indagare sul malessere all’interno delle Forze armate, dove alcuni fattori sommati alle difficoltà personali possono a volte culminare in tragedie di questo tipo. Ci uniamo al cordoglio dei familiari".

Stando a quanto appreso dall’agenzia Dire l'uomo avrebbe avuto difficoltà legate all’impiego e allo stress del pendolarismo Roma-Bari: il tenente colonnello  infatti avrebbe trovato serenità al reparto infrastrutture della città pugliese, per poi essere trasferito nella capitale. Un valido ingegnere si era ritrovato – a quanto riferiscono testimonianze – buttato in una cameretta del reggimento Genio e gli avrebbero negato la 104.

Quello di Giovanni Devillanova è il venticinquesimo suicidio del 2024 tra uomini e donne che indossano una divisa. Come spiega l'Osservatorio (curato da Cleto Iafrate) quello del 53enne è stato il terzo episodio del solo mese di maggio dopo i suicidi di una agente di polizia locale palermitana e di un brigadiere della Guardia di Finanza; tutti hanno deciso di farla finita impiegando la pistola d'ordinanza.

L'Esercito: "Esprimiamo dolore e vicinanza, non disponeva di armi d'ordinanza"

Con una nota stampa lo Stato Maggiore dell'Esercito ha smentito il fatto che l'Ufficiale si sia sparato con un'arma di ordinanza, come era stato inizialmente riferito.

Nel comunicato infatti si legge: "In merito alla notizia riportata da alcuni organi di stampa, relativa alla scomparsa di un Ufficiale dell’Esercito avvenuta a Putignano (BA), nell'esprimere profondo dolore a cui si associano sentimenti di fraterna vicinanza e solidale cordoglio ai familiari, si precisa che il militare, in servizio a Roma, stava fruendo presso il luogo di residenza del beneficio dei permessi mensili riconosciuti della legge 104 del 1992 e non disponeva di armi d’ordinanza".

"Sono state immediatamente attivate le procedure per fornire tutto il supporto e il sostegno necessario alla famiglia dell’Ufficiale. – prosegue ancora la nota – Possa la nostra vicinanza essere di conforto in un momento di grande dolore".

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