Gettato in mare con le mani legate da una babygang, 20enne salvato da un pescatore: “Mi hanno violentato”
È stato salvato dopo due ore da un pescatore che lo ha visto in acqua, a poche centinaia di metri appena fuori dal porto di Santo Spirito (Bari). Il 20enne di origini pachistane era stato picchiato con violenza e gettato in mare da un gruppo di ragazzini con le mani legate dietro la schiena. Sopravvissuto per miracolo, ha raccontato di essere stato pestato e violentato da una babygang.
Il giovane, che vive e lavora a Santo Spirito, è stato soccorso mentre era in ipotermia: qualche minuto in più, secondo i medici che lo hanno visitato, sarebbe stato fatale. Il 20enne si è però rifiutato di sottoporsi agli accertamenti relativi alla violenza sessuale subita. Dopo i primi soccorsi, il ragazzo è stato portato al polifunzionale della Polizia di Stato per essere interrogato.
Dell'accaduto non si sa ancora molto: la dinamica dei fatti è in fase di ricostruzione e non è chiaro quando e perché si sia verificata l'aggressione della babygang. Le forze dell'ordine stanno lavorando sul caso per ricostruire cosa sia successo al 20enne. Il giovane è entrato in ospedale in codice rosso, ma è comunque riuscito a raccontare alle autorità cosa è accaduto.
Stando alle prime informazioni, la vittima sarebbe stata accerchiata in serata da alcune persone che l'avrebbero picchiata, legata e poi lanciata sugli scogli. Qui il giovane di circa 20 anni sarebbe rimasto incastrato con una gamba finendo poi in acqua. Ad allertare il 112 sarebbe stato il pescatore che lo ha trovato. Sul posto è intervenuta prima la Capitaneria di Porto e poi i vigili del fuoco che lo hanno portato a riva. Il personale del 118 lo ha stabilizzato e trasportato in ospedale per tutte le visite del caso. Il 20enne avrebbe prima riferito dell'aggressione e poi della violenza sessuale. Chi indaga non si sbilancia per il momento: il ragazzo, infatti, avrebbe fornito diverse versioni dei fatti accaduti.