Banca Popolare Bari, indagato anche l’ex ad Giorgio Papa per il crac Fusillo
C'è anche Giorgio Papa, ex amministratore delegato della Banca Popolare di Bari, tra gli indagati per concorso nella bancarotta fraudolenta delle società del gruppo Fusillo di Noci (Bari). La Procura di Bari ipotizza lo stesso reato nei confronti di due ex manager della banca, Gianluca Jacobini, ex condirettore generale dell'istituto, e Nicola Loperfido, ex responsabile della direzione crediti. I tre avrebbero contribuito, in concorso con gli ex amministratori delle società Fusillo, ad aggravarne lo stato di dissesto, erogando prestiti quando le imprese erano già in crisi. Nei confronti di Jacobini e Loperfido il 12 dicembre scorso, alla vigilia del commissariamento della banca, il cda ha avviato le procedure per una azione di responsabilità. L'attenzione della magistratura sul loro coinvolgimento nel crac delle società del gruppo Fusillo risale alla scorsa estate, quando la Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni nelle sedi delle società poi dichiarate fallite e nella direzione generale della banca.
Chi è Giorgio Papa – Chi è l’ex amministratore delegato della Banca Popolare di Bari ora tra gli indagati per concorso nella bancarotta fraudolenta? Giorgio Papa, considerato vicino alla Lega, è stato direttore generale della Popolare di Bari dal 2015 al 2018, anni in cui – secondo Vincenzo De Bustis – la banca è stato “un esempio di scuola di cattivo management, irresponsabile, esaltato”. Nato a Varese, classe 1956, nel 2011 Giorgio Papa è stato nominato direttore generale di Finlombarda, la cassaforte della Regione Lombardia, una finanziaria pubblica con un patrimonio di 211 milioni di euro e 4 miliardi di fondi gestiti. Le cronache raccontano che la sua fu una nomina in quota Lega. Sotto la sua direzione a Bari, Finlombarda finisce nel mirino di un’ispezione di Regione Lombardia, che attesta “scelte d’investimento effettuate, per volumi rilevanti”, che “non risultano adeguatamente motivate a fronte dei rischi di controparte assunti”, avvenute anche grazie alla “mancanza di regole efficaci per disciplinare l’esercizio della discrezionalità del responsabile delle scelte di investimento”. Tra queste scelte ci sono anche numerosi titoli della Banca Popolare di Bari.