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Che ipocrisia, piangere per i bimbi del Congo e fregarsene degli altri migranti

La “fatina buona” Boschi mandata a prendere i bambini congolesi vince la sfida mediatica del giorno. Ma in sostanza la questione migranti è drammatica più che mai: di Lampedusa non si parla più. Fino al prossimo barcone affondato.
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C'è una incredibile ipocrisia nella commozione collettiva generata dalla vicenda dei 31 bambini congolesi adottati dagli italiani. Non c'entra direttamente questa vicenda a lieto fine (magari ce ne fossero ogni giorno). C'entra – in parte –  l'eccessiva spettacolarizzazione con  la "fatina buona", il  ministro ai rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi, spedita in aereo da Matteo Renzi prendere i bimbi africani: le sue foto valgono mille comparsate in tv. Quel che poi trovo assolutamente ipocrita è lacrimuccia di oggi, contrapposta al totale disinteresse  – non solo politico – rispetto al dramma dei migranti, donne, uomini e tanti, tanti bambini, costretti ad una via Crucis indegna, vergognosa, inaccettabile nel tentativo – troppe volte culminato nella morte in mare –  di toccare terra italiana.  Durante la campagna elettorale per le Elezioni Europee abbiamo ascoltato tanti candidati sull'argomento. Chi dice che è colpa dell'Unione Europea, chi sostiene che dobbiamo respingere i barconi ad ogni costo. Chi,  semplicemente, ha fatto finta di nulla e non ne ha parlato, preferendo discutere di quante persone portava in piazza Grillo e quante Renzi. Oggi ci si commuove per le foto dei bimbi del Congo: è la politica spettacolo che corre su Twitter. E di Lampedusa non si parla più. Fino al prossimo barcone affondato.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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