Bambina di 7 anni muore di malaria ad Alessandria
Una bimba di sette anni è morta per malaria all'ospedale Infantile di Alessandria. La piccola, che viveva a Carbonara Scrivia nel Tortonese (Alessandria), è stata ricoverata nel pomeriggio di ieri già in gravi condizioni. Nel volgere di poche ore i medici le hanno diagnosticato la malattia e la bambina è stata subito trasferita nel reparto di Terapia Intensiva Pediatrica, ma le cure si sono rivelate inutili.
La gravissima malattia – ha spiegato l'azienda ospedaliera piemontese in una nota – sarebbe stata contratta durante un viaggio in Africa, nel Paese nativo della madre. "La bambina – prosegue il nosocomio – è arrivata all'Infantile nel primo pomeriggio del 27 settembre in condizioni molto gravi: è stata effettuata in modo tempestivo la diagnosi di malaria ed è stata trasferita in terapia intensiva pediatrica per una terapia mirata. Nonostante l'alta professionalità delle cure e l'immediatezza degli interventi, la bimba è deceduta in serata". Il padre della piccola, italiano, avrebbe presentato denuncia per chiedere di accertare eventuali mancanze da parte dei sanitari.
Cos'è la malaria: non viene trasmessa dall'uomo
La malaria – spiega l'Istituto Superiore di Sanità sul suo sito – "è una malattia causata da protozoi parassiti appartenenti al genere Plasmodium il cui ciclo biologico si svolge in due ospiti obbligati, un vertebrato, come ospite intermedio e una femmina di zanzara come ospite definitivo, detto anche vettore. Le specie di plasmodi responsabili della malaria umana si trasmettono in modo naturale da uomo a uomo mediante la puntura di zanzare infette appartenenti al genere Anopheles, tuttavia si può verificare trasmissione anche con eventi accidentali mediante contagio ematico diretto". Nei Paesi la malaria è la malattia trasmessa da vettore più diffusa al mondo, nei Paesi non endemici si tratta della patologia d’importazione più importante, legata principalmente ai viaggi in aree tropicali e all’aumento dei flussi migratori.
Malaria: sintomi e terapia
La malaria ha sintomi che si presentano da una settimana a un mese di distanza dal contagio e che sono molto subdoli, soprattutto nelle fasi iniziali, dal momento che possono essere scambiati con quelli di una semplice sindrome influenzale, con nausea, febbre, sudorazione, brividi e problemi gastrointestinali come vomito, diarrea e forte dolore addominale. Una volta che i cicli di maturazione del plasmodio entrano a regime si innescano brusche variazioni termiche, stati di euforia, ingrossamento della milza e del fegato ed ittero. La febbre, che prende il nome di “terzana” o “quartana” in base agli eventi intermittenti ogni 3 o 4 giorni, quando innescata dalla specie P. falciparum può essere associata a gravi complicazioni come l'insufficienza renale ed edema polmonare, ma i problemi si ripercuotono su tutti gli organi a causa dell'accumulo delle cellule infettate, provocando collasso e morte se non si interviene per tempo. La malaria si può trattare con farmaci antimalarici alla stregua della clorochina e del chinino, ma i pazienti, in base alle condizioni, potrebbero necessitare di trasfusioni di liquidi e sangue, con necessità di ricovero in ospedale.