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Bagno a Ripoli, spiati e insultati dalla vicina: “Viviamo nel terrore di incontrarla”

Alcuni abitanti della provincia di Firenze vivono un incubo a causa di una donna di 64 anni, chimica in pensione, e del marito. Denunciata e arrestata, è stata trasferita in un reparto di psichiatria e poi rimessa in libertà.
A cura di S. P.
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Alcune persone di Bagno a Ripoli sono costrette a vivere un inferno a causa di una vicina di casa, una chimica di 64 anni in pensione. Una donna che è stata denunciata e il 18 novembre dello scorso anno arrestata per atti persecutori e interferenze illecite nella vita privata. Subito dopo – la storia che arriva da Bagno a Ripoli trova spazio su Repubblica – su incarico del pm Eligio Paolini, uno psichiatra l’ha esaminata, ha diagnosticato “un grave disturbo di personalità paranoide” e l’ha giudicata parzialmente incapace di intendere e volere e socialmente pericolosa. A quel punto la donna è stata trasferita da Sollicciano in case di cure psichiatriche, dove è rimasta agli arresti fino al 14 giugno, quando il giudice l’ha assolta da parte delle accuse “perché il fatto non sussiste”, per altre non ha proceduto “per difetto di querela” e alla fine ha revocato la misura cautelare. Così la 64enne è tornata a casa sua e su Facebook lo ha anche fatto sapere a tutti: “A chi va leggendo i miei post per riportarli in procura un prrr di cuore. Ai miei vicini di casa: buone ferie!”. Repubblica scrive che i vicini di casa della donna vivono nel terrore di incontrarla di nuovo. Una donna, il compagno e una coppia ospitata in una dependance secondo le accuse vengono spiati, odiati e disprezzati dalla chimica e dal marito, ex primario ospedaliero. Tutti sarebbero stati spiati con telecamere e cellulari e nessuno sarebbe stato risparmiato da insulti feroci: da “mantenuta”, a “zoccola”, da “puttana ubriaca”, a “morti di fame”, e ancora “brutti schifosi barboni” o “sudici rom”.

Le precedenti condanne – “Viviamo nel terrore di incontrarla”, ha detto della donna uno dei vicini, cardiopatico, che ha denunciato di essere oggetto di ingiurie e minacce sanguinose. “Maledetti, spero che possiate morire di infarto tutti e due”, avrebbero detto tra le altre cose a lui e sua moglie. “O muori da sola o ci penso io”, si è sentita dire invece una vicina malata. La 64enne in passato è già stata condannata per lesioni per aver morsicato, nel 2007, la mano della vicina che cercava di impedirle di riprenderla. Nel 2015 sia lei che il marito sono stati condannati in primo grado per stalking e illecite interferenze nella vita dei vicini. In quest’ultimo caso la donna è stata assolta mentre il marito, ritenuto dai vicini meno aggressivo, è stato condannato a 10 mesi in abbreviato.

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