Bagnara, un chilometro di case abusive sommerse dal mare (REPORTAGE)
Interi palazzi, villette a schiera e piloni di cemento affiorano dalle acque di Bagnara a Castel Volturno. Qui, si è costruito per decenni in modo totalmente abusivo, un'intera città è sorta a poche centinaia di metri dal mare, che con gli anni si è ripreso quello che gli era stato tolto. L'erosione della costa, causata dal mancato apporto di sabbia da parte del fiume Volturno per l'eccessiva cementificazione degli argini, unita alla costruzione di una scogliera sottomarina e allo sbancamento della sabbia delle spiagge per l'edilizia, hanno fatto ridurre sempre di più gli arenili.
Interi edifici sono sommersi ed affiorano soltanto le fondamenta, altri sono resi inagibili a causa delle mareggiate che ne corrodono i pilastri portanti. La spiaggia di Bagnara è uno scenario apocalittico, con le onde che lambiscono le porte delle abitazioni. Si tratta delle seconde case tirate su dai napoletani e casertani in un luogo di villeggiatura come la Castel Volturno degli anni Sessanta. La speculazione edilizia ha riempito di cemento un paradiso naturalistico e da Pinetamare -il famigerato "Villaggio Coppola"- fino a Pescopagano, l'enorme bosco di pini che dall'alba dei tempi si affacciava sulle acque di un mare incontaminato ha lasciato campo a villini e palazzoni abusivi.
"Il fenomeno erosivo delle coste di Bagnara ha fatto avanzare il livello del mare di oltre 500 metri" ci dice il presidente del comitato "Bagnara che vive", Aldo Di Resta. Gli abusivi avevano costruito le proprie abitazioni sulle spiagge del demanio per avere un villino con una vista sull'azzurro, ora molte sono crollate per l'effetto dirompente delle mareggiate. Tra i piloni e travi arrugginiti, decine di bagnanti si tuffano e nuotano. "Esiste un'ordinanza sindacale che vieta la balneazione nelle vicinanze delle case sommerse, ma nessuno la fa applicare" ci racconta Di Resta.
L'ultimo palazzo della spiaggia di Bagnara è un casermone in costante pericolo di crollo, la sua facciata è accartocciata su se stessa e per mettere in "sicurezza" l'area, il comune di Castel Vulturno aveva predisposto dei piccoli recinti. Il mare ha sommerso anche quelli. Dentro al casermone, decine di siringhe utilizzate dai tossici per bucarsi.