Badante uccisa a Foligno, confessa il marito: “Mi diceva che ero impotente”
Non avrebbe voluto uccidere sua moglie ma solo colpirla perché lei gli diceva che era brutto e impotente. A spiegare il perché di un delitto avvenuto lo scorso giugno a Foligno è Giovanni Miceli, l’uomo arrestato il tre agosto dai carabinieri del nucleo investigativo di Perugia per l’omicidio di Olga Donina. La donna fu uccisa il 16 giugno e ritrovata cadavere due giorni dopo in uno scatolone lungo la ferrovia di Spello. Miceli ha confessato tutto al pubblico ministero Mario Formisano durante l’interrogatorio che si è tenuto, alla presenza del suo avvocato, nel carcere di Perugia.
Ha ucciso la donna colpendola due volte con un tubo di ferro alla testa. Un tubo che ha detto di aver tenuto in camera per spostare i mobili. Ha detto di averla colpita prima dietro, poi davanti, sulla nuca e sulla fronte. L’omicida ha spiegato che non aveva intenzione di ammazzare la donna e, su richiesta del suo avvocato, ha anche specificato che se uscisse dal carcere non ucciderebbe più nessuno. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver ucciso una persona già vittima di maltrattamenti da parte dell’assassino.