Baby squillo, Ieni interrogato non risponde: “Le mie parole manipolate”
Mirko Ieni, l’uomo accusato di aver gestito il giro di prostituzione minorile dei Parioli a Roma, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Maddalena Cipriani. L’uomo, già arrestato a ottobre e raggiunto il 12 marzo da una terza ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, ha deciso di non parlare per evitare che le sue dichiarazioni “possano essere manipolate da tg e giornali”. Mirko Ieni si è giustificato in questo modo davanti al gip che una settimana fa ha disposto per lui un'ordinanza agli arresti domiciliari, con l'uso del braccialetto elettronico, contestandogli di aver sfruttato la prostituzione di due 19enni in un appartamento in zona Vescovio. Ieni, che è difeso dall'avvocato Raffaella Scutieri, ha motivato il suo silenzio anche perché nella vicenda sarebbe coinvolta una ragazza a lui particolarmente cara, con la quale avrebbe avuto una relazione sentimentale.
Nell'ordinanza si legge che questa ragazza aveva interrotto l'attività di prostituzione proprio perché Ieni si era innamorato di lei e non voleva che continuasse. A lei l'indagato era solito offrire gratis la droga, canne e cocaina: “Lei non pagava la droga – così un’altra ragazza – perché piaceva a Mirko”. Intanto continuano a emergere le dichiarazioni delle due baby squillo dei Parioli e di come gestivano la loro attività di prostituzione: “All'inizio quando abbiamo cominciato ci truccavamo per sembrare più grandi…quando abbiamo visto che ad alcuni (clienti) non gliene fregava niente e, da come parlavamo, sembrava che avevamo 15 anni ci vestivamo normali”. Agli appuntamenti le due, spiega una delle giovani, andavano “in jeans e maglietta e truccate normali”. Non avrebbero avuto l’esigenza di sembrare più grandi.