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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Avvocato della famiglia Poggi: “Tanti giudici hanno già ritenuto colpevole Stasi, a quanto pare non basta”

A Fanpage.it l’avvocato della famiglia Poggia, Gian Luigi Tizzoni, spiega cosa potrebbe essere analizzato nell’incidente probatorio e cosa pensa di questo nuovo filone di indagini.
Intervista a Gian Luigi Tizzoni
Avvocato della famiglia di Chiara Poggi
A cura di Giorgia Venturini
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"Già decine e decine di giudici hanno ritenuto colpevole Alberto Stasi, ma a quanto pare non basta". Lo sottolinea a Fanpage.it l'avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni. Oggi la famiglia si trova ancora a gestire un'apertura delle indagini su quanto accaduto alla figlia Chiara Poggi il 13 agosto del 2007 nella loro villa di Garlasco. Per l'omicidio è stato condannato in via definitiva a una pena di 16 anni Alberto Stasi. Diciotto anni dopo la Procura di Pavia torna a indagare – lo aveva già fatto nel 2016 per poi arrivare all'archiviazione nel 2017 – su Andrea Sempio, l'amico del fratello di Chiara, per omicidio in concorso a ignoti o allo stesso Stasi. Si sta attendendo ora la decisione del giudice per le indagini preliminari per acconsentire o meno alla richiesta degli inquirenti di procedere con un incidente probatorio e analizzare (nuovi o no, non si sa) reperti del caso.

Avvocato, lei che in tutti questi anni è sempre stato vicino alla famiglia Poggi, si riaprono ancora le indagini. Cosa ne pensa? 

Già tanti giudici lo hanno ritenuto colpevole, ma a quanto pare non basta per alcuni. Aspettiamo che ora la Procura di Pavia finisca le sue indagini. Stanno però uscendo ancora le stesse cose: quando leggo della nicotina sui capelli di Chiara… Già la sentenza lo spiega: nicotina da fumo passivo, perché suo padre fumava. Non dovrei neanche più parlarne. Comunque le revisioni possono essere chieste all'infinito.

Su cosa si sta indagando ora? 

La Procura ora indaga su Andrea Sempio per omicidio in concorso con Stasi o con ignoti. Magari scopriremo che la Procura – non so come però – sta cercando elementi o tracce del rapporto tra Stasi e Sempio per dimostrare il concorso tra i due. Se non lo sta facendo, sarebbe strano. Quando la Procura depositerà, leggeremo.

Lei sa cosa verrà analizzato nell'incidente probatorio? 

A noi non hanno notificato nulla.

I reperti che erano stati sequestrati e poi riconsegnati alla famiglia anni fa la Procura ve li ha richiesti per fare le nuove analisi? 

No, invece sarei felicissimo di portarli. Il ciondolo di Chiara è stato tenuto sotto sequestro per 15 anni – anche quando noi chiedevamo di fare analisi – senza farne alcun accertamento. E ora c'è la possibilità che ce lo richiedano dopo che è stato (non per nostra scelta) restituito alla famiglia? Mi sembra qualcosa che rasenta l'inverosimile. Se vogliono però possono venire a prenderlo. Quello che mi sorprende è che quando chiedevamo di fare analisi approfondite su molti reperti c'è stato detto sistematicamente di no. Poi se 15 anni dopo la nostra richiesta, per cercare di fare uscire Alberto Stasi dal carcere, si devono fare…che si facciano. Certo che analizzare reperti che erano stati restituiti è quanto meno bizzarro.

Si sa con certezza cosa verrà analizzato in questo possibile incidente probatorio? 

Non lo sappiamo. Mi sorprenderebbe se fossero reperti biologici. Noi in passato avevamo chiesto di fare analisi sul capello castano, sulle unghie…ci avevano detto di no. Quando poi la Cassazione nel 2013 ci aveva dato ragione, alcuni elementi erano ormai deteriorati. La logica vorrebbe che se erano già deteriorati nel 2014, non penso che nel 2025 siano messi meglio. Ma lo lasceremo dire agli esperti. Mentre per quanto riguarda gli altri beni, quelli restituiti, la famiglia Poggi ovviamente restituirà quello che vogliono. Vogliono indietro la bicicletta bianca? Però ribadisco, non mi sembra molto logico dopo che erano già stati restituiti e non su richiesta nostra.

Andrea Sempio e il fratello di Chiara Poggi si sentono ancora dopo la nuove indagini? 

Spero di sì, sono sempre stati amici. La Procura di Pavia sta facendo il suo lavoro, ma le Procura non hanno sempre ragione.

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