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Avvocato creava false sentenze per farsi pagare dal cliente: “Si inventava pure le pene”

Il legale condannato a cinque anni e otto mesi di carcere per i reati di falso, truffa ed esercizio abusivo della professione. Per accusa e giudici avrebbe inventato provvedimenti del tribunale e false sentenze solo per farsi pagare dal cliente.
A cura di Antonio Palma
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Un avvocato genovese è stato condannato in via definitiva a cinque anni e otto mesi di carcere per aver creato false attestazioni ed essersi persino inventato sentenze e pene allo scopo di farsi pagare da un cliente che gli aveva dato mandato di agire per suo conto e difendere i suoi diritti. L’uomo si è costituito alle forze dell’ordine dopo l’ultimo verdetto ed è ora rinchiuso nel carcere di Chiavari per scontare la sua pena dovuta  a un cumulo di condanne per reati professionali compiuti negli ultimi anni.

Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe fabbricato vere e proprie sentenze per fare credere al cliente di avere vinto la causa e farsi pagare. Per questo è stato condannato in via definitiva per i reati di falso, truffa ed esercizio abusivo della professione.

La vicenda giudiziaria è lunga e inizia nel 2018 quando l’avvocato viene denunciato dal suo cliente attraverso un altro legale dopo la scoperta che le sentenze che lui aveva in mano erano assolutamente false. Dalle successive indagini si è scoperto che non solo il legale si era inventato sentenze e pene ma il processo non era nemmeno partito perché non aveva presentato nemmeno l’istanza di ricorso.

Secondo le accuse del pm, infatti, l’avvocato inizialmente "ometteva di depositare, una volta firmato il mandato, il ricorso dopo il tentativo di conciliazione", poi inventava false attestazioni su istanze e persino su nomine e dei giudici per il processo. Infine scriveva sentenze e pene previste, solo apparentemente emesse dal giudice. Dalle indagini sono emersi anche altri episodi analoghi nel passato.

Per la Procura, come spiega l'agenzia Ansa, davanti alle comprensibili richieste del lavoratore di conoscere l'esito del procedimento,  l'avvocato "dapprima firmava la falsa attestazione di un assistente giudiziario sul deposito del ricorso" e poi siglava "il falso provvedimento con cui il presidente della sezione lavoro del tribunale di Genova assegnava la causa a un giudice" e, infine, "formava la falsa sentenza apparentemente emessa dal giudice istruttore", in cui risultava la condanna del datore di lavoro e un risarcimento di oltre diecimila euro.

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