Avvelenò genitori con la pasta al salmone, Alessandro Asoli non fa ricorso contro condanna a 30 anni
Diventa definitiva la condanna a 30 anni nei confronti di Alessandro Leon Asoli reo di aver ucciso il patrigno Loreno Grimandi e aver tentato di assassinare la madre Monica Marchioni a Casalecchio di Reno (Bologna), il 15 aprile 2021, con un piatto di pennette al salmone ‘condite' con nitrito di sodio. È infatti arrivata la notizia che il 21enne non farà appello in Cassazione.
Nell'udienza di marzo davanti alla Corte di assise di Appello Asoli aveva confessato per la prima volta il delitto. Anche la Procura generale, che aveva chiesto l'ergastolo per il giovane imputato, non ha impugnato la sentenza di secondo grado.
"Il percorso di resipiscenza del mio assistito ha certamente inciso su questa decisione di non presentare ricorso. Se anche avessimo scelto di affrontare un altro grado di giudizio, la motivazione dell'eventuale ricorso avrebbe potuto condurre ad una richiesta di rideterminazione della pena", spiega il difensore, avvocato Davide Bicocchi.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, quella sera di aprile di due anni fa Alessandro Leon Asoli aveva preparato la cena al patrigno, 56enne, e alla madre. Appunto un piatto di pasta al salmone a cui era stato aggiunto il nitrito di sodio. L'uomo si era sentito male subito dopo aver cenato ed era morto. La donna si salvò per averne mangiato solo una minima parte ma fu poi aggredita dal figlio che tentò di soffocarla dopo aver provato a farle bere dell'acqua contaminata.
Sempre a proposito del mancato ricorso, il legale riferisce che "dopo aver lungamente riflettuto con il giovane Asoli ritengo che egli abbia dato prova di grande consapevolezza e maturità, indicatori del viatico che lo sta portando ad affrontare, dolorosamente, quel percorso auspicato anche in sentenza e che, pur essendo chiaramente in fase embrionale, sta iniziando a dare quei piccoli frutti preconizzati dai giudici di primo grado e dalla corte di assise di appello".
Bicocchi poi parla di "diversi aspetti che andranno sviscerati e sui quali il giovane sta lavorando, si spera, attraverso un percorso familiare che intende certamente affrontare, anche se tali aspetti dovranno necessariamente avere come complemento anche le determinazione delle parti civili e di entrambe le figure genitoriali e in special modo di quella materna, la cui posizione parrebbe sul punto ancora piuttosto tetragona".
E ancora "nell'ottica complessiva rieducativa e riparativa sarebbe auspicabile un percorso di riavvicinamento, che spero possa condurre ad ipotesi di concretezza verso le quali vorrei accompagnare il giovane Asoli", conclude l'avvocato.