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“Avevo il ‘posto fisso’ in Italia, l’ho lasciato per viaggiare e trasferirmi in Australia”: la storia di Tania

Tania ha 35 anni, è originaria di Cesena e il 29 gennaio scorso si è trasferita in Australia. “Sono stata qui la prima volta nel 2016, quando ho preso un’aspettativa dal lavoro perché volevo viaggiare”, ha raccontato a Fanpage.it. Dopo aver ottenuto la permanent residency, è tornata a vivere stabilmente nel Paese.
A cura di Eleonora Panseri
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Tania, 35 anni, italiana in Australia.
Tania, 35 anni, italiana in Australia.
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Tania ha 35 anni, è originaria di Cesena (Emilia-Romagna) e il 29 gennaio scorso si è trasferita definitivamente in Australia. "Sono stata qui la prima volta nel 2016, quando ho preso un'aspettativa dal lavoro perché volevo viaggiare", ha raccontato a Fanpage.it.

Dopo un'esperienza "temporanea" in Australia e in Nuova Zelanda, ha deciso di fare richiesta per la permanent residency (la residenza permanente) e da un mese è tornata a vivere stabilmente nel Paese di cui si è innamorata profondamente.

Quando e perché hai deciso di trasferirti in Australia?

Sono arrivata in Australia la prima volta nel 2016, avevo preso un'aspettativa dal lavoro in Italia perché volevo viaggiare. Sapevo che esisteva il working holiday visa, un visto che permette di rimanere qui fino a un massimo di tre anni lavorando e viaggiando.

Ho fatto quest'esperienza per un anno, sono rientrata in Italia un altro anno e poi mi sono licenziata definitivamente perché volevo continuare a viaggiare. Sono tornata in Australia, poi mi è scaduto il visto e quindi ho deciso di fare un'altra esperienza in Nuova Zelanda.

Come mai hai scelto all'Australia?

Avevo un amico che aveva fatto la stessa esperienza ed era tornato parlandone benissimo quindi i suoi racconti mi hanno convinta, mi sembrava davvero un sogno. Purtroppo, non sono tanti i Paesi che offrono i working holiday visa.

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Mi affascinava l'idea di poter viaggiare per tanto tempo, di fare la vita della nomade e di vedere posti nuovi, fare lavori diversi. Mi attraeva questo tipo di esperienza.

Tania, 35 anni.
Tania, 35 anni.

Di cosa ti occupavi quando hai deciso di mollare tutto?

Io mi sono laureata in Tecniche di radiologia nel 2011 e dopo un annetto già lavoravo. Il lavoro non è mai stato il problema principale, facevo il tecnico di radiologia e stavo benissimo dov'ero.

Però mi andava stretta l'idea di fare la stessa vita per tutta la vita. Sapevo di avere questo desiderio di vedere il mondo, di provare anche a fare vite diverse.

Ho dovuto prendere la decisione di lasciare il lavoro per fare questa vita. Il lavoro non era il problema quanto lo era invece la monotonia.

Come ti sei mossa per vivere lì, prima temporaneamente e ora definitivamente?

Il working holiday visa è facilissimo da ottenere. C'è una procedura online, si paga una quota e nel giro di un paio di settimane il visto arriva. Per diventare residente permanente invece si possono seguire diverse strade che richiedono anni.

Io ho avuto la fortuna di avere una laurea per una professione che si trova nella lista dei mestieri richiesti in Australia, così sono riuscita a saltare alcuni step. È un percorso diretto ma tutt'altro che semplice ed economico, anche io ho impiegato comunque due anni tra tutto.

Dipende tutto molto dal lavoro che si fa e dalla professione. Se uno parte con zero skills e una professione non richiesta, deve ricominciare da zero. A meno che non si trova un compagno australiano, lì è tutta un'altra cosa (ride, ndr).

Cosa ti piace dell'Australia? 

Da dove comincio? (ride, ndr) È veramente difficile spiegare cos'ha di speciale. Intanto, è bellissimo il fatto che qui fa caldo più o meno tutto l'anno e io sono un animale da tropici. Ci sono meraviglie naturali ovunque, appena si esce dalle città c'è veramente il paradiso.

Kalbarri National Park - Australia (foto IG @mammaioparto_)
Kalbarri National Park – Australia (foto IG @mammaioparto_)

Mi piace il fatto che hanno uno stile di vita molto rilassato e un buon equilibrio tra lavoro e vita privata. Tendono a iniziare prima e finire prima la giornata lavorativa per spendere poi il tempo con la famiglia o per andare a surfare.

Anche perché hanno stipendi più alti, non devono preoccuparsi di lavorare tante ore durante la settimana e riescono a prendersi del tempo per loro stessi. E questa cosa ovviamente mi ha attirato molto.

Cosa invece non ti piace o non ti convince fino in fondo?

Forse mi preoccupa un po' la difficoltà di integrarmi con i locali perché sono magari più amichevoli e aperti nel voler fare nuove conoscenze ma quando si tratta di creare dei rapporti un po' più "solidi" non riescono ad aprirsi molto. Da italiana vedo proprio questo blocco.

Ci sono tante persone immigrati ed è facile fare amicizia tra noi, diciamo. Però mi piacerebbe anche stringere rapporti con australiani e questa è forse la cosa difficile da fare.

Bondi Beach (Foto IG @mammaioparto_)
Bondi Beach (Foto IG @mammaioparto_)

Con il cibo come ti trovi? 

Qui ci sono cose "strane" per noi come la carne di coccodrillo, un po' meno comune, e la carne di canguro, che si trova tranquillamente al supermercato.

Ma gli australiani vanno molto in prestito dalle cucine degli altri Paesi perché essendo anglosassoni non hanno una cucina "tipica". Vanno in prestito dagli italiani, dai cucini, dai messicani, hanno tanti ristoranti.

L'unica cosa è che non hanno una grande qualità su certi prodotti, come la frutta e la verdura, che non ha il sapore che hanno quelle che abbiamo noi. Abbiamo l'eccellenza, siamo forse abituati troppo bene, ma non è una cosa così tragica.

La tua famiglia come ha preso questa decisione? Come hanno reagito quando hai detto: "Me ne vado dall'altra parte del mondo"?

Diciamo che mia mamma è quella che forse se lo aspettava un po' di più. Quando ho detto che mollavo il posto fisso, per loro è stata un po' una sberla.

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Con l'aspettativa di un anno sapevano che sarei tornata e avrei ripreso il lavoro, ma quando ho deciso di mollare tutto per loro è stata un po' più dura. Ma ormai si sono rassegnati, capiscono che questa è la mia strada e mi supportano.

Sei riuscita a tornare spesso in Italia?

Una volta l'anno sono riuscita a tornare, tranne quando c'è stata la pandemia. Nel 2020 ero in Nuova Zelanda e con il Covid il Paese ha chiuso i confini molto in fretta, a quel punto ho dovuto decidere se rimanere o tornare a casa perché se fossi partita non sarei potuta rientrare.

Per due anni non sono potuta rientrare ed è stato impegnativo perché mi preoccupavo del fatto che i miei genitori potessero stare male e anche la lontananza è stata dura. C'è chi riesce a stare all'estero senza bisogno di tornare ma per me quei due anni sono stati molto pesanti.

Tania in Nuova Zelanda.
Tania in Nuova Zelanda.

Ti manca l'Italia quando sei lontana? Cosa ti manca?

Mi manca il modo che abbiamo di ritrovarci spontaneamente nei bar e nelle piazze, senza per forza darci un appuntamento. C'è un senso di comunità, mentre qui a volte invece c'è il rischio di sentirsi soli perché si fanno un po' i fatti loro. Ma è una cosa molto culturale, non gliene faccio una colpa.

È facile trovare lavoro in Australia?

Se si arriva con un visto temporaneo e se ci si adatta a fare lavoro più semplici, come il cameriere, l'aiuto cuoco o le pulizie, si trovano molte opportunità pagate decentemente, ci si campa tranquillamente.

A chi consiglieresti l'Australia come Paese dove trasferirsi? 

Non può essere una persona che ha bisogno di stare vicino alla famiglia, perché è un Paese lontano e ci vogliono tanti soldi per tornare.

E poi dev'essere una persona che abbia lo "sbuzzo", come si dice in Romagna, la proattività, la voglia di imparare e di non arrendersi al primo ostacolo (e ce ne sono tanti, dalla lingua alla cultura, al cibo). Per me sta tutto nella voglia di mettersi in gioco.

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