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Aveva ucciso la moglie a coltellate a Terni: morto suicida in carcere

Si è impiccato con un lenzuolo nel carcere di Terni l’uomo di 62 anni fermato per avere ucciso la moglie giovedì colpendola con più coltellate al termine di una lite. A trovare Xhafer Uruci un agente: inutili i soccorsi.
A cura di Susanna Picone
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Zenepe e Xhefer Uruci
Zenepe e Xhefer Uruci

Xhafer Uruci, l'uomo di 62 anni che giovedì era stato fermato con l'accusa di aver ucciso la moglie Zenepe a Terni, si è suicidato in carcere. Lo ha appreso l'ANSA da fonti sindacali e investigative. L'uomo, secondo le prime informazioni, si sarebbe impiccato utilizzando un lenzuolo. Nella notte tra giovedì e venerdì era stato fermato dalla polizia con l'accusa di omicidio volontario.

Lo avevano bloccato subito dopo il delitto nella stessa abitazione dove viveva la coppia. Xhafer Uruci era in carcere in attesa dell'interrogatorio di garanzia.

A quanto si apprende, è stato uno degli agenti di polizia penitenziaria a trovare morto il 62enne albanese. Stava facendo un giro di controllo quando ha sentito un rumore e poi trovato impiccato l'uomo.

Xhafer Uruci era da solo in una cosiddetta cella di transito, procedura prevista in attesa dell'udienza nella quale il gip doveva esaminare la richiesta di convalida di fermo. L'uomo aveva già incontrato lo psicologo del carcere. La cella in cui si è ucciso è vicina all'infermeria del carcere, ma i soccorsi – anche se tempestivi – sono stati inutili.

Il femminicidio di Terni al culmine di una lite

Secondo quanto ricostruito, l'omicidio sarebbe arrivato al culmine di altri episodi di violenza da parte dell'uomo verso la moglie. In una occasione la donna aveva riportato lesioni a una spalla. Il 30 marzo l'ennesima lite e il femminicidio.

Zenepe Uruci, secondo quanto emerso, aveva provato a chiedere aiuto al figlio prima di essere colpita a morte dal marito Xhafer. Il 62enne ha colpito la moglie diverse volte con un coltello nella loro casa di Borgo Rivo. Il primo ad accorrere sul luogo del massacro è stato il figlio della coppia che al telefono ha sentito le urla della madre che veniva aggredita. Zenepe, 56 anni, di origini albanesi come il marito, aveva inviato al figlio un messaggio vocale: “Papà mi sta facendo del male”, gli avrebbe detto, mettendo in allarme il giovane.

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