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Aveva saputo della revoca della semilibertà poco prima della fuga: così è evaso Mneraj Fatbardh a Bologna

Ancora nessuna notizia di Mneraj Fatbardh, il 34enne detenuto evaso a Bologna. L’uomo aveva saputo della revoca della semilibertà poco prima della sua fuga dal carcere della Dozza.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Mneraj Fatbardh
Mneraj Fatbardh

Sarebbe evaso approfittando di una porta rimasta aperta Mneraj Fatbardh, 34 anni, detenuto nel carcere bolognese della Dozza. L'uomo era stato condannato per rapina e si trovava da qualche tempo in regime di semilibertà: usciva per andare al lavoro e poi rientrava in carcere. Proprio poco prima di uscire, era stato informato che avrebbe dovuto tornare nella sezione interna del carcere, perdendo di fatto il privilegio in seguito ad alcuni reati commessi fuori.

Durante il trasferimento nel reparto "ordinario", il 34enne avrebbe approfittato di una porta rimasta aperta per fuggire dal carcere, facendo perdere ogni sua traccia. Le ricerche sono in corso e la polizia penitenziaria ha diramato foto e generalità del detenuto in fuga.

Le ricerche sono partite dalle case e dai garage della zona nei pressi del carcere. Per il momento, le operazioni non hanno dato esito. Secondo la prima ricostruzione, il 34enne si sarebbe avvalso di un attimo di distrazione di un poliziotto che stava trasferendo altri detenuti dal regime di semilibertà, imboccando la porta lasciata aperta. Dopo aver fatto il giro della palazzina, avrebbe raggiunto la strada facendo così perdere le sue tracce.

Le evasioni da questo penitenziario non sono frequenti. L'ultimo dato risale al 2011, quando gli agenti sventarono il tentativo di evasione di otto persone sorprese a scavare il cemento intorno alle inferriate delle celle. Diverso il discorso per il carcere minorile del Pratello, in pieno centro a Bologna, nell'omonima via. Qui l'anno scorso gli agenti della penitenziaria chiamati a vigilare trovarono un grande buco scavato dietro a uno degli armadi della struttura.

"L'evasione avvenuta nel carcere della Dozza evidenzia ancora una volta la necessità di continuare a dare priorità alla sicurezza attraverso l'assunzione di personale di polizia penitenziaria, oggi carente di circa 4mila unità" hanno sottolineato Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto Sappe, e Francesco Campobasso segretario nazionale. "Bisogna reperire nuove scuole di formazione dopo che tre sono state dismesse negli anni passati per scelte politiche sbagliate".

"Che l'istituto abbia grosse pecche strutturali, soprattutto nei sistemi di allarme e video sorveglianza è cosa nota – ha aggiunto Domenico Maldarizzi, segretario nazionale UilPa Poizia penitenziaria – il personale è sottodimensionato e stanco mentre i detenuti aumentano sempre di più. Si tratta di un dato di fatto che sembra non interessare a nessuno”.

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