Ponte Morandi, arrestato l’ex ad di Autostrade, Giovanni Castellucci e altri cinque manager
In manette i vertici di Autostrade. La Guardia di finanza sta eseguendo una serie di misure cautelari nei confronti di ex vertici e di alcuni degli attuali manager di Autostrade per l'Italia. Secondo quanto si apprende sarebbero 6 le misure cautelari. Ai domiciliari sono l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, il direttore delle operazioni Paolo Berti e Michele Donferri Mirella. Stefano Marigliani, Paolo Strazzullo e Massimo Miliani sono le persone che hanno hanno subito misure interdittive. Le accuse ipotizzate sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. L'indagine è una costola nata dall'inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Gli investigatori del primo gruppo delle fiamme gialle, guidati dal colonnello Ivan Bixio, hanno scoperto che gli ex vertici erano consapevoli che le barriere fossero difettose e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento.
L'inchiesta, avviata un anno fa, è coordinata dalla procura di Genova ed è scattata dopo l'analisi da parte dei finanzieri di alcuni dei documenti acquisiti nel corso dell'indagine sul crollo del Ponte Morandi del 14 agosto del 2018, che ha causato la morte di 43 persone. In particolare, sempre secondo quanto si apprende, quelli relativi ai problemi riscontrati, in termini di sicurezza, sulle barriere fonoassorbenti montate sull'intera rete autostradale.
L'indagine della Procura di Genova, procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio e pm Walter Cotugno, parte da analisi dei documenti, indagini tecniche e testimonianze che hanno portato a "accogliere numerosi e gravi elementi indiziari e fonti di prova in capo ai soggetti colpiti da misura", si legge nel comunicato della Guardia di Finanza. In particolare, emerge la "consapevolezza della difettosità delle barriere e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese)". Si parla in particolare delle barriere integrate modello Integautos con specifico riferimento a quelle del primo tronco autostradale, dove sono stati registrati anche alcuni parziali cedimenti dei pannelli in A12. "È emersa – conclude la nota – la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti". Infine, si ipotizza anche la frode nei confronti dello Stato, "per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico (così come previsto dalla Convenzione tra Autostrade e lo Stato) e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l’inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione – obbligatoria – all’organo di vigilanza (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti)".
La replica di Autostrade
"L’indagine della Procura di Genova, che ha portato stamane a misure cautelari nei confronti di 4 ex manager di ASPI e di due tecnici (uno del Tronco genovese e l’altro trasferito presso il Traforo del Monte Bianco) – è la replica di Autostrade tramite un comunicato stampa -, riguarda una specifica tipologia di barriere integrate anti-rumore, denominate “Integautos”, presenti su circa 60 dei 3000 km di rete di Autostrade per l’Italia. La società era venuta a conoscenza delle attività di indagine lo scorso 10 dicembre 2019, a seguito di un provvedimento di sequestro di documentazione notificatole dalla Guardia di Finanza di Genova, come reso noto dalla società stessa nella successiva trimestrale. La totalità di queste barriere è già stata verificata e messa in sicurezza con opportuni interventi tecnici tra la fine del 2019 e gennaio 2020, nell’ambito del generale assessment delle infrastrutture messo in atto dalla società su tutta la rete autostradale. Per tali infrastrutture è stato parallelamente definito a inizio 2020 un piano di sostituzione di intesa con il Dicastero concedente, articolato in tre fasi: una prima fase propedeutica agli interventi, attualmente in corso. Una seconda fase, che prevede la sostituzione delle barriere nei punti maggiormente esposti a impatto acustico, pianificata dalla seconda metà del 2021. Una successiva terza fase completerà invece la sostituzione sugli altri punti. La spesa per la totalità degli interventi di sostituzione, pari a circa 170 milioni di euro, è già stata autorizzata dal Consiglio di Amministrazione di ASPI dell’aprile 2020 e sarà a completo carico della società. Tutte le procedure di controllo e di sicurezza, nonché le soluzioni progettuali per la sostituzione delle barriere, sono stati definiti con gli organi tecnici preposti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Rispetto ai due tecnici dipendenti, la società ha attivato le procedure previste dal contratto per una immediata sospensione dal servizio. ASPI valuterà inoltre tutti gli ulteriori interventi del caso a propria tutela sulla base delle risultanze degli atti di indagine".