Autolesionismo in cella per Padovani, la sorella di Alessandra Matteuzzi: “Conosco il suo lato più subdolo”
Giovanni Padovani, l’ex calciatore che nell’agosto del 2022 ha ucciso la sua ex compagna Alessandra Matteuzzi aspettandola sotto casa sua a Bologna e che per questo femminicidio è stato condannato all’ergastolo, avrebbe più volte tentato il suicidio in carcere. E in seguito agli ultimi episodi di autolesionismo commessi potrebbe presto cambiare struttura.
Era già successo in passato ma anche nei giorni scorsi ci sarebbero stati episodi di autolesionismo da parte di Padovani, che attualmente è detenuto nel carcere della Dozza a Bologna e che presto dovrebbe essere trasferito nel reparto psichiatrico del carcere di Reggio Emilia.
Nel corso del processo di primo grado per il femminicidio di Bologna Giovanni Padovani è stato giudicato da una perizia psichiatrica in grado di intendere e di volere, sia al momento dell'omicidio che dopo. Dopo la prima sentenza il suo avvocato Gabriele Bordoni aveva chiesto di acquisire una risonanza magnetica fatta all'imputato da cui, secondo il legale, sarebbero emerse delle anomalie che potrebbero essere collegate a un vizio parziale di mente. Padovani avrebbe una ciste nel cervello di 10 millimetri e la sua difesa invoca per questo nuovi test per capire se al momento del delitto lui fosse perfettamente "a posto" e non invece in uno stato di "alterazione". Ma i giudici d'appello hanno rigettato la richiesta.
Come riporta Il Resto del Carlino, l’avvocato dell’ex calciatore invoca le attenuanti su una base riconosciuta da strutture psichiatriche sanitarie: “Non possiamo sminuire una schiera di professionisti di Bologna, Piacenza, Reggio”, ha detto.
Un commento è arrivato anche da Stefania Matteuzzi, la sorella di Alessandra, che quel giorno era a telefono con la vittima mentre Padovani la aggrediva. “Conosco il suo lato più subdolo, ha sempre fatto di tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi – le parole della donna riportate dal quotidiano –, lo faceva anche con mia sorella. Io tuttora ho paura di lui. E oggi, invece di dire che ha fatto una cosa atroce e assumersi le sue responsabilità, continua a cercare un escamotage per sfuggirvi. Quanto ha fatto a mia sorella è indicibile, gli hanno dato tutte quelle aggravanti e ora non si può sminuire tutto. Non accetta il carcere. Io capisco che lui stia male, ma non è l’unico. Mia sorella non c’è più”.