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Auto sulla folla a Torino, il padre di una ferita: “Manovra irresponsabile, per noi giorni pesanti”

Fabio Triffiletti era all’evento in piazza San Carlo a Torino con la figlia Asia, rimasta ferita dall’incidente di domenica. A Fanpage.it l’uomo dice che la vettura “non circolava a 30 km/h” e che “nessuno è venuto in ospedale a sincerarsi delle nostre condizioni”.
A cura di Giovanni Turi
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L'incidente di domenica al Salone di Torino
L'incidente di domenica al Salone di Torino

“Ero a tre metri di distanza da Asia, mia figlia, che stava riprendendo la sfilata del Salone dell’Auto in prima fila. Quando l’auto ha sgasato senza motivo e impattato con le transenne, tutti coloro che stavano assistendo in prima fila sono andati giù come birilli. E sono corso subito da Asia”. A mente fredda, Fabio Triffiletti riavvolge il nastro a quanto accaduto domenica mattina in piazza San Carlo, a Torino.

Tra i feriti dell’incidente in cui una Lancia 037 Martini Racing si è scagliata contro la folla, l’uomo non riesce a scrollarsi di dosso quelle immagini. Contattato da Fanpage.it, prova a ricostruire quanto accaduto nelle prime file che si trovavano alla parata del Salone dell’Auto. Anche se resta preoccupato per le condizioni di salute della figlia 23enne, che si trascina una contusione più seria del previsto. “Sono giorni pesanti”, commenta dall’ospedale Martini di Torino.

Fabio Triffiletti, padre di Asia, ferita dall'auto finita contro la folla durante il Salone dell'Auto di Torino
Fabio Triffiletti, padre di Asia, ferita dall'auto finita contro la folla durante il Salone dell'Auto di Torino

Come state lei e sua figlia?

“Io bene, mia figlia meno. Due giorni fa (lunedì 16 settembre, ndr), dopo il giorno dell'incidente, eravamo di nuovo al pronto soccorso. Dopo una notte con nausea e vomito, Asia ha chiesto di essere portata all’ospedale. Non al Mauriziano, dove per la sua gamba i medici hanno fatto una prognosi con bendaggi freddi per dieci giorni e una risonanza. Asia ha anche un bernoccolo, forse ha battuto la testa nell’impatto, ed è ancora molto scossa”.

Facciamo un passo indietro, come mai eravate al Salone dell’Auto?

“In famiglia siamo appassionati di motori. Il Salone dell’Auto a Torino era un’occasione per passare una bella giornata tutti insieme. Eravamo lì già in mattinata, anche perché era bel tempo. Avevamo appena appena visto la sfilata delle Delta e dei vari prototipi. Mia figlia scattava foto e girava video divertita”.

Poi cos’è successo?

“Che lei mi ha accennato che voleva fermarsi a riprendere anche il passaggio delle Ferrari Challenge, seguite dalla Lancia 037. Mi sono messo a tre metri di distanza da lei, che si era posizionata dietro la transenna che delimitava il pubblico dal passaggio delle auto. Non ho visto la loro partenza da piazza Castello, ma si sentivano forti sgommate”.

Era la Lancia 037?

“Sì. Una volta passata davanti a me, ha iniziato a imbarcarsi. Pensavo che fosse una derapata controllata, ma la pilota ha perso il controllo ed è finita sulla folla. Non ho visto neanche l’attimo in cui ha colpito le persone, ho pensato solo a mia figlia”.

Qual è stato il suo primo gesto?

“Sono corso da lei. Era per terra, per fortuna ancora viva. L’ho tirata su e ho chiesto subito aiuto. I soccorsi sono arrivati subito. La sua gamba si stava però gonfiando a vista d’occhio, per questo domenica abbiamo passato un’intera giornata al Mauriziano, dall’una fino alla sera”.

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Per molti torinesi poteva essere un revival della tragedia del 3 giugno 2017. Cosa ne pensa?

“Secondo me, no. Sono due vicende differenti visto che, in questo caso, c’è una responsabilità oggettiva della pilota che verrà poi giudicata dagli organi competenti. Lei sostiene che è stata una fatalità, ma la vicenda non va minimizzata. L’incidente poteva finire molto peggio di così. Al posto dell’uomo colpito dal gancio della transenna potevo esserci io”.

La manleva firmata dai conducenti prevedeva che il limite di velocità per la parata era di 30 chilometri orari.

“L’auto non andava a quella velocità, lo assicuro. Tra l’altro, era un'auto di 300 cavalli in accelerazione, non in frenata, sui sanpietrini. La pilota ha fatto una manovra irresponsabile. Non metto in dubbio che sia una persona perbene, ma anche le persone perbene possono sbagliare”.

Ha avuto messaggi di cordoglio?

“Non abbiamo ricevuto neanche una scusa o un messaggio di vicinanza dalla pilota, dall’organizzatore del Salone dell’Auto. Non è venuto nessuno in ospedale a sincerarsi delle nostre condizioni”.

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