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Auto contro guardrail, 34enne provoca incidente e uccide 31enne: undici anni fa travolse 8 ciclisti

Nel 2010 a causa di un sorpasso azzardato provocò la morte di 8 ciclisti. Undici anni dopo, e dopo aver scontato una condanna a 5 anni di carcere, è finito con l’auto contro il guardrail sulla statale 280, nei pressi di Marcellinara uccidendo un amico di 31 anni che era con lui: ora Chafil Elketani, 34 anni, è accusato di omicidio stradale. Indagini in corso.
A cura di Ida Artiaco
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Undici anni fa uccise con la sua auto otto ciclisti. Era il 2010: per quanto successo è rimasto in carcere cinque anni. Poi, lunedì notte, ha provocato un altro incidente nel quale è morta un'altra persona, un connazionale di soli 31 anni, che viaggiava con lui. Per questo Chafil Elketani, 34 anni, originario del Marocco, è accusato di omicidio stradale. L'uomo, infatti, lo scorso 6 settembre si è schiantato con la sua Toyota Corolla, presa a noleggio, contro un guardrail dopo essere uscito di strada poco dopo le 23 sulla statale 280, nei pressi di Marcellinara. Lui stesso è rimasto ferito ed è ricoverato all’ospedale di Catanzaro. A causare il sinistro, secondo la polizia stradale, sarebbe stato l'eccesso di velocità. Ma indagini sono ancora in corso. Sul corpo della vittima il pm Anna Chiara Reale, ha disposto l’autopsia, e l’incarico verrà conferito domani alle 12 presso la Procura di Catanzaro.

Il 34enne è già noto alle forze dell'ordine, dopo che il 5 dicembre 2010 lungo la statale 18 Tirrenica, che da Lamezia porta a Gizzeria, ha travolto un gruppo di ciclisti amatoriali, uccidendone 8 e ferendone gravemente altri due. All’epoca non c’era ancora il reato di omicidio stradale, tuttavia l’inchiesta accertò che nel momento dell’incidente l'uomo era sotto l’effetto di droghe e fu condannato a 5 anni di carcere. Nonostante fosse senza patente ritiratagli sette mesi prima dalla Prefettura di Potenza, per un’infrazione stradale, un sorpasso in un tratto di strada a striscia continua, Chafik Elketani ha continuato a guidare e a fare infrazioni come quella notte di dicembre. Subito dopo la strage dei ciclisti si era pentito e implorando il destino disse: "Perché non sono morto anch’io?".

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