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Aumenta la precarietà economica, ma otto italiani su dieci si dicono lo stesso felici

Otto italiani su dieci si ritengono felici, nonostante il 40% della popolazione creda che le sue condizioni economiche siano peggiorate negli ultimi anni.
A cura di Stefano Rizzuti
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Gli italiani sono felici, nonostante la percezione delle condizioni economiche sia peggiorata negli ultimi anni. La ricchezza non fa da sola la felicità, quindi, secondo quanto emerge da un sondaggio Piepoli pubblicato da La Stampa. Una ricerca dalla quale si evince che l’80% degli italiani si ritiene abbastanza o molto felice, anche se ben quattro su dieci crede che le sue condizioni economiche siano peggiorate negli ultimi anni. L'obiettivo del sondaggio era quello di verificare se e come gli italiani si sentano più agiati rispetto al passato e che prospettive abbiano per i prossimi cinque anni.

Il 20% degli italiani si ritiene infelice, mentre l’80% della popolazione si giudica “normalmente felice”. Un fattore determinante per la concezione di felicità è la ricchezza: i più ricchi sono più felici, secondo il sondaggio che considera tali le famiglie che hanno un reddito superiore ai 60mila euro. Meno felici sono invece coloro che dichiarano di avere meno di 24mila euro di reddito, definiti nel sondaggio “poveri” o “quasi poveri”. La differenza tra “ricchi” e “poveri” non è comunque elevatissima, fermandosi a 13 punti percentuali. Ma i ricchi sono coloro che dichiarano un miglioramento nella loro percezione della felicità negli ultimi anni, al contrario di chi ha redditi inferiori che si sente più infelice.

I soldi fanno la differenza, secondo quanto emerge dal sondaggio, perché permettono di avere un miglior rapporto con la “salute personale” e con il “mondo esterno”: ovvero più sei ricco e più hai possibilità di avere amici e sicurezza in famiglia, oltre a essere più presente per gli altri. Rimane però il timore che la ricchezza possa diminuire come avvenuto a partire dal 2008 dopo la crisi economica. Non a caso, quattro italiani su dieci oggi sostengono di essere meno ricchi rispetto agli ultimi anni e un’altra metà pensa di non essere comunque più ricca rispetto a cinque anni fa.

Piepoli analizza anche gli acquisti degli italiani che, negli ultimi cinque anni, sono rimasti invariati per la maggior parte di loro in più o meno tutti i settori: cibo, cellulare, cura del corpo, spese per l’auto. In molti sostengono comunque di aver ridotto le loro spese per viaggi e vacanze, per il cinema o il teatro e per il ristorante o comunque serate fuori. I pochi che invece spendono più che in passato lo fanno soprattutto per attività relative all’uso del cellulare. Anche in previsione dei prossimi cinque anni, gli italiani pensano che le loro spese tendenzialmente non varieranno molto, ma comunque una percentuale superiore al 20% crede che le sue spese diminuiranno.

Nello studio viene anche spiegato cosa definisce la felicità secondo gli italiani. Una popolazione che si dice felice quando si sente bene con il proprio corpo e con la loro mente. Nello specifico, fanno la differenza lo star bene in famiglia, con gli amici, nelle relazioni sentimentali e anche sul lavoro. Ma non solo, perché gli italiani pensano che anche appartenere a un determinato “genio locale”, ovvero, in questo caso, sentirsi italiani, possa determinare la felicità. Altro elemento ritenuto fondamentale dagli italiani è la possibilità di partecipare maggiormente alla vita sociale, con attività di vario genere come anche quelle sportive.

La prima ragione di infelicità è un reddito “percettibilmente inferiore”, seguito da malattie, lutti in famiglia, minor cultura, una vita sociale meno intensa, la vendita forzata di beni familiari e una minore partecipazione in generale ad attività come viaggi, sport, vita mondana.

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