Auguri Capitano!
Il capitano non è Matteo Salvini, il capitano non ha mai giocato nella nazionale di calcio e questo capitano non ha mai guidato un aereo. Altro indizio: il Capitano di cui vi parlo oggi ha compiuto cento anni. Il Capitano fece parte della Divisione Garibaldi "Nino Nannetti" – Brigata "Cacciatori delle Alpi", e durante la lotta di Liberazione dal Nazismo e dal Fascismo operò nel Cadore, in provincia di Bolzano.
Sì, il Capitano di cui vi parlo è Rosario Parrinello, partigiano da cent'anni perché chi è stato partigiano per due, lo è per sempre. Partigiano è un sentimento, prima di un'azione. Partigiano è pensare più al futuro degli altri che al proprio, altrimenti Rosario avrebbe scelto il più forte, invece che il più giusto.
Finita la guerra il Capitano divenne bottaio, una professione tipica delle zone in cui si produce vino, come Marsala, dove Rosario abita ora e dove vivrà fino a che avremo fiato per dare gambe all'idea di democrazia. Il bottaio, per rispetto al lavoro e alla fantasia dell'uomo ho deciso di raccontarvelo, era un falegname specializzato nel realizzare vasi vinari per le cantine. I vasi erano di tutte le dimensioni: enormi botti, tini, piccoli vasi casalinghi. Perché il vino buono, come le buone idee, può infilarsi ovunque, e quello che dobbiamo fare è semplicemente "fargli spazio e dargli la dimensione giusta per esprimersi e per conservarsi".
E' questo che fece il Capitano Rosario quando scelse la strada della Resistenza, scelse di provare a costruire uno spazio per idee di libertà e uguaglianza, le stesse che oggi permettono a me – e a voi – di scrivere un pezzo di giornale in libertà, condividerlo, commentarlo, o festeggiare i cento anni di un uomo libero.
Auguri Capitano Rosario Parrinello, per altri cento anni così, con il fazzoletto al vento!