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Atti di nascita impugnati. Vanessa Finesso, una delle mamme di Padova: “Dobbiamo combattere perché mia moglie resti madre”

Una delle famiglie di Padova che potrebbero essere interessate dall’impugnazione della Procura, racconta a Fanpage.it il dramma di queste ore. “Dobbiamo ancora insistere e combattere perché mia moglie resti sua madre”.
A cura di Elia Cavarzan
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"Ho quattro figli, la più grande ha 17 anni, la seconda ne ha 10, il terzo 8, i primi tre figli li ho avuti con un papà, prima ero etero. Poi, sette anni fa, ho conosciuto mia moglie nel posto di lavoro e da lì è sbocciato il nostro amore che ci ha poi regalato Vittoria, una bimba con due mamme".

Racconta così la sua storia Vanessa Finesso, una delle mamme di Padova che ogni mattina si sveglia con una paura. Quella di ricevere una lettera. La stessa paura che vivono 33 famiglie dopo la decisione, da parte della Procura di Padova, di impugnare gli atti di nascita di bimbi figli di due mamme.  

"La nostra famiglia nasce così. Si vogliono tutti bene i nostri ragazzi, e anche mia moglie è come in famiglia. Anche quando nel 2021 ci siamo messi in moto per dare alla luce Vittoria, abbiamo lavorato e coinvolto tutti gli altri ragazzi fino a quando abbiamo deciso di iniziare: Vittoria è nata dall'ovulo di mia moglie fecondato e con il feto trasferito su di me".

Dopo la decisione della Procura di Padova"è stata tosta", racconta Vanessa. "Anche tre mesi fa avevo iniziato a preoccuparmi perché quando la procura prende in mano una questione del genere, tu devi prepararti, trovarti un legale, spendere denaro, dopo averne spesi già tanti per avere Vittoria, dobbiamo ancora combattere per tenerla con noi. Dobbiamo ancora insistere e combattere perché la mia moglie resti sua madre, qui siamo di fronte a una mancanza che arrivano dall'alto, da Meloni e Salvini, la Procura esegue soltanto.

Salvini aveva fatto un post dicendo che i bambini non si comprano. Io, Vanessa Finesso voglio rispondere, tu sei diventato padre mentre tante persone in Italia, famiglie e coppie, non riescono ad essere genitori e si affidano alla scienza. Cosa dovrebbero fare in alternativa?".

Quando Vanessa guarda le sue figlie, in questo momento così delicato per la sua famiglia, non può che essere preoccupata. "Ora stanno giocando, vedono che sto sempre al telefono, ma cerco di andare lontano da loro se devo parlare con avvocati e giornalisti. È brutto. Perché anche oggi mia figlia di dieci anni mi fatto vedere una nostra foto sul giornale, chiedendomi se era ancora per la questione di Vittoria. Le ho detto di stare tranquilla che non succederà niente alla sua sorellina".

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