Attentato a Belpietro: la Procura di Milano archivia l’indagine
Alla luce della richiesta di archiviazione della Procura di Milano, probabilmente Maurizio Belpietro, direttore di Libero e conduttore del programma tv L'antipatico, è stato protagonista di un falso attentato, proprio come il falso attentato a Fini scoperto dal suo giornale. Ricorderete la vicenda avvenuta nella notte tra il 30 settembre e il 1 ottobre scorso, quando un agente della scorta sventò un presunto tentativo di omicidio ai danni del conduttore, all'interno del palazzo di via Monte di Pietà, a Milano.
Dopo aver accompagnato all'uscio di casa il conduttore, mentre scendeva per le scale del condominio, l'agente avrebbe scorto un uomo armato di pistola che, a vederlo avrebbe tentato di sparargli; fortunatamente la sua pistola però si inceppò. L'agente della scorta, nel tentativo di intimidire l'aggressore, esplose tre colpi di pistola che lo fecero scappare.
Gli altri abitanti del condominio hanno riferito di aver udito i colpi ma non c'è alcuna testimonianza oculare o di registrazioni di telecamere in grado di confermare l'accaduto. L'agente della scorta protagonista, insieme a Belpietro, della vicenda non è nuovo a questo genere di incidenti. In passato sventò un attentato all'ex procuratore della Repubblica di Milano, Gerardo D'Ambrosio, anche questo senza testimoni, a seguito del quale ebbe una promozione.
Dopo i fatti del condominio di Monte di Pietà fu subito aperto un fascicolo contro ignoti titolato "Tentato omicidio" ma sin dai primi accertamenti gli inquirenti palesarono dubbi circa la veridicità delle affermazioni dell'agente. Le telecamere, come abbiamo già detto, non avevano registrato alcun ingresso sospetto nel palazzo e l'ipotesi di un'incriminazione del capo scorta per procurato allarme sembrava non allontanarsi troppo dalla realtà.
Oggi arriva la notizia che la Procura di Milano ha manifestato al volontà di archiviare il caso. Secondo quanto emerso dalle stesse dichiarazioni del capo scorta, l'uomo trovato per le scale a suo dire molto probabilmente era un rapinatore, piuttosto che un malintenzionato interessato ad attentare la vita di Belpietro. Queste le motivazioni sulla richiesta di archiviare il caso: "Le indagini escludono con ragionevole certezza l'ipotesi che i fatti siano riconducibili a un preordinato piano di attentato alla vita del dottor Belpietro." Nessuna inchiesta è stata aperta invece per il procurato allarme del capo scorta.