Attentato al Bataclan, inizia il maxiprocesso. La mamma di Valeria Solesin: “Terroristi? Non ho paura”
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"Dopo quanto successo al Bataclan abbiamo cercato di essere quelli di sempre. Speriamo di esserci riusciti. Nessuno ci ha lasciati soli, dalla città alle istituzioni. Ci sono però i momenti in cui non c'è nessun altro accanto a te". Sono le parole di Luciana Milani, madre di Valeria Solesin, la vittima italiana della strage del Bataclan a Parigi. Sei anni dopo una delle notti più tragiche per la Francia, inizia il maxi processo che vede imputati i terroristi accusati dell'assalto progettato dall'Isis quel 13 novembre del 2015. "Penso che questo sarà un processo miliare, sono felice di come il Paese sta trattando questa vicenda. Si è trattato di un vero e proprio attacco al modo di viviere occidentale, un affronto all'essere cittadini e alla comunità. Il processi lascerà questo aspetto sullo sfondo per concentrarsi poi sui fatti, io credo – spiega ancora la madre della 28enne dottoranda alla Sorbona in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Gazzettino -. I terroristi? Li disprezzo profondamente, ma non ho paura di loro".
L'imputato chiave resta l'unico sopravvissuto del gruppo di 9 attentatori: Salah Abdeslam. Sarà al banco degli imputati per un processo i cui numeri sono da record: 1800 parti civili tra parenti delle vittime, feriti e sopravvissuti; 330 avvocati e 4 magistrati dell'anti-terrorismo che hanno prodotto 542 tomi giudiziari. Sono più di 141 le testate accreditate per seguire il processo e per garantire l'accoglienza di familiari, avvocati e cronisti è stata costruita una gigantesca aula di tribunale nel cuore di Parigi. Il cantiere per la nuova sala Gran Procès è costato 7,5 milioni di euro e servirà anche per altri processi dello stesso tipo, come quello per l'attacco di Nizza del 2016. Abdeslam, intanto, nella sua prima deposizione ha rivendicato il suo ruolo nell'attentato: "Ho abbandonato ogni altro lavoro per diventare un combattente dell'Isis". Per assistere i familiari delle vittime e i giornalisti che seguiranno le udienze è stata organizzata un'unità di assistenza psicologica.
Sono ancora molti i punti da chiarire durante il processo. Il primo riguarda il coordinatore degli attentati, il belga-marocchino Abdelhamid Abaaoud, che ha potuto viaggiare tra Siria e Europa nonostante le varie allerte sul suo conto. Il secondo riguarda Abdeslam, che non ha mai voluto collaborare con i magistrati. L'attentatore non si è fatto esplodere come gli altri kamikaze del commando. Potrebbe inoltre esserci un undicesimo complice che avrebbe dovuto partecipare a un attentato nel diciottesimo arrondissement mai avvenuto.