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AstraZeneca, Magrini (Aifa): “Vaccino è sicuro: non usare farmaci anticoagulanti prima o dopo”

Nessun farmaco anticoagulante da prendere prima o dopo essersi sottoposti al vaccino. È questa la raccomandazione fatta dal direttore Aifa Nicola Magrini durante la conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute in seguito al pronunciamento dell’Ema sul vaccino AstraZeneca. Mentre Giovanni Rezza ha assicurato che ora la campagna vaccinale riprenderà a pieno ritmo e che ora l’obiettivo è quello di vaccinare 400 o 500mila persone al giorno, raddoppiando le dose somministrate ogni giorno finora.
A cura di Chiara Ammendola
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Non bisogna fare trattamenti né prima né dopo il vaccino. A dirlo è stato il direttore Aifa Nicola Magrini durante la conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute in seguito al pronunciamento dell'Ema sul vaccino AstraZeneca. Magrini ha fatto sapere che Aifa esprimerà nei prossimi giorni un documento ufficiale contro un uso preventivo o profilattico di farmaci come aspirina, tachipirina o eparina, antinfiammatoria: "Non c'è motivo di usare farmaci preventivi o dopo la vaccinazione perché non c'è alcun nesso dimostrato – ha spiegato – non ci sono indicazioni neanche per donne che usano la pillola". Per questo Magrini ha invitato chiunque si sottopone al vaccino a stare tranquillo e sicuro: "Rivolgetevi al medico solo se ci sono sintomi. Non ci saranno avvertenze speciali per gravidanze o allattamento, né per chi assume pillole anticoncezionali o ha fattori genetici che predispongono alla coagulazione del sangue. Chi si deve vaccinare o si è vaccinato deve stare tranquillo".

Magrini ha proseguito spiegando che la notizia principale giunta dalla decisione di Ema è che "i benefici del vaccino superano ampiamente i rischi e pertanto il vaccino è benefico e sicuro per l'attuale campagna vaccinale". Il vaccino dunque secondo Magrini non è associato ad un aumento complessivo del rischio trombotico né vi sono problematiche relative alla qualità dei lotti stessi come dichiarato da Ema. In Europa sono stati presi in considerazione i casi gravi, in particolare 25 casi di trombosi su un totale di 20 milioni di vaccinazioni effettuate. "Il nesso causale col vaccino non è dimostrato ma è un segnale di attenzione e per questo saranno avviati studi su eventuali nessi – ha continuato – la farmaco vigilanza è necessaria perché eventi rari si possono conoscere meglio solo dopo l'utilizzo nelle popolazioni reali".

Durante la conferenza stampa è intervenuto anche Giovanni Rezza, il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute: "Abbiamo attivato la sospensione perché vogliamo essere del tutto certi di quello che somministriamo: si è trattato di un provvedimento cautelativo per vedere anche cosa accadeva in maniera più chiara negli altri paesi europei. Prima della sospensione del vaccino c'era un ritmo non ideale ma sostenuto: eravamo intorno alle 200mila vaccinazioni al giorno e invece abbiamo avuto una battuta d'arresto. Ora il numero di vaccinazioni va raddoppiato – ha spiegato – l'obiettivo è quello di vaccinare 400 o 500mila persone al giorno così da poter chiudere la campagna vaccinale quanto prima".

Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha invece spiegato: "Abbiamo valorizzato il principio della massima precauzione arrivando alla sospensione temporanea del vaccino di AstraZeneca. È stato valutato che su 20 milioni di persone vaccinate in Ue e Gb non ci sono evidenze che il vaccino AstraZeneca, che copre al 100% per forme gravi, incrementi il rischio di complicanze tromboemboliche. In tutto ci sono 25 casi trombotici su 20 milioni di vaccinati e non è dimostrabile un nesso di causalità e ricordiamo che l'infezione Covid è assai più pericolosa anche per questo tipo di infezioni".

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