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AstraZeneca, l’Ema verso il sì al vaccino ma gli Stati potranno decidere limitazioni d’uso

Appare scontato che l’Ema darà un nuovo “via libera” al vaccino AstraZeneca. L’agenzia, tuttavia, non se la sentirebbe di escludere totalmente un legame tra le rarissime tromboembolie riscontrate e il vaccino, quindi potrebbe dare facoltà agli stati di stabilire autonomamente limitazioni all’uso del farmaco nei confronti di soggetti specifici ritenuti a rischio.
A cura di Davide Falcioni
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Ancora poche ore, poi l'Ema – l'Agenzia Europea per i Medicinali – comunicherà il suo verdetto sul vaccino AstraZeneca dopo la sospensione decisa da alcuni casi: a determinarla, secondo le valutazioni dell’Istituto Paul Ehrlich, l'Agenzia federale tedesca per i vaccini e altri medicinali, è stata la "frequenza di casi di trombosi venosa cerebrale che si è verificata negli individui vaccinati, superiore a quella attesa nei non vaccinati". Dopo la sospensione decisa dalle autorità sanitarie tedesche si sono accodate Italia, Francia, Spagna e altri Paesi UE, e il vaccino dell'azienda anglo-svedese è stato in questi giorni sottoposto a una nuova revisione da parte dell'Ema, la quale ha ripetutamente ribadito come in ogni caso i benefici del farmaco siano superiori ai rischi. Non a caso da parte da parte dell'Agenzia non c’è mai stato alcuno stop alla campagna con AstraZeneca.

L'Oms: "Benefici di AstraZeneca superiori ai rischi"

Il verdetto di oggi pomeriggio dell'Ema sul futuro del vaccino AstraZeneca potrebbe quindi essere positivo. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, in una nota diffusa ieri, sostiene che "i benefici del vaccino AstraZeneca superino i rischi e quindi raccomanda di continuare con le vaccinazioni". Anche il presidente dell'Aifa Giorgio Palù è dello stesso avviso: "Il rapporto rischi-benefici per il vaccino di Astrazeneca è nettamente a favore dei benefici. Ovviamente si può attendere la valutazione dell'Ema che, probabilmente, io mi aspetto, darà una nota di avvertenza perché se ci sono soggetti femminili che hanno avuto trombosi, bisognerà studiarli. Soprattutto le donne che prendono la pillola, che è un farmaco pro-trombotico o che hanno difetti della coagulazione. Una maggiore attenzione, cioè, per questi soggetti".

Ema, verso un sì ad AstraZeneca, ma gli stati potrebbero decidere in autonomia

Insomma, il semaforo vede da parte dell'Ema appare scontato anche se l'agenzia non se la sentirebbe di escludere totalmente un legame tra le tromboembolie e il vaccino, e per stabilirlo serviranno altri studi che richiederanno più tempo. Da qui l'ipotesi che oggi l'Agenzia possa sottolineare, insieme al fatto che il vaccino è sicuro e che è bene che la vaccinazione riprenda il prima possibile ovunque, anche che ad ogni singolo Stato resta comunque la facoltà di decidere autonomamente come usare il siero AstraZeneca stabilendo se prevedere o meno indicazioni limitative al suo uso per soggetti specifici. L'Ema inoltre potrebbe decidere  di inserire nel foglietto illustrativo del farmaco l’eventualità di effetti collaterali, seppur così rari da non avere rilevanza statistica. I casi di trombosi sospetti infatti in tutta Europa non sono più di 11 su 5 milioni di vaccinati con AstraZeneca.

In UE mancano all'appello 110 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca

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Dopo l'ok dell'Ema la campagna di vaccinazione con AstraZeneca potrà quindi riprendere in tutta Europa, ma stavolta il problema da risolvere sarà quello del reperimento delle dosi: delle 180 milioni pattuite entro giugno per il "Vecchio Continente" ne arriveranno appena 70 e ancora una volta l'UE punta il dito contro il Regno Unito, accusato di ricevere decine di milioni di fiale di Pfizer da Bruxel ma non esportare quelle di AstraZeneca, prodotte prevalentemente sul suo territorio.  Ursula von der Leyen si è detta pronta ad "usare ogni strumento" per ottenere reciprocità e proporzionalità nelle esportazioni degli immunizzanti. "Non sta tornando indietro nulla all'Ue", ha avvertito la presidente della Commissione UE, sottolineando che "se la situazione non cambierà" in tempi rapidi, Bruxelles valuterà se collegare l'autorizzazione all'export al "livello di apertura" degli altri Paesi. "Tutte le opzioni sono sul tavolo. Dobbiamo garantire che gli europei siano vaccinati al più presto", ha avvertito la presidente, lasciando intendere che sul tavolo c'è anche l'arma dell'articolo 122 dei Trattati, una clausola che permette l'introduzione di misure di emergenza nel caso di serie difficoltà nella fornitura di alcuni prodotti: tra queste c'è anche la confisca delle dosi di AstraZeneca prodotte in Europa.

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