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Assistenti di volo, consigli e segreti: “Troviamo di tutto. Applausi all’arrivo? Soprattutto italiani”

Prendiamo aerei di continuo, ma difficilmente ci interroghiamo su cosa veda il personale di bordo. Bersagli prediletti dei passeggeri nervosi, gli assistenti di volo sono tra i massimi esperti dei viaggi ad alta quota: dal jet lag alla battaglia per i braccioli, dalla paura di volare alle scoperte in cabina.
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L’estate è alle porte e per i più fortunati le vacanze si avvicinano. E come ogni anno, tra turisti che vengono a visitare il Bel Paese e italiani con l’imbarazzo della scelta tra bellezze “nostrane” e fuori dai confini, milioni di persone si metteranno in viaggio.

L’aereo resta sicuramente uno dei mezzi prediletti. Nel 2021, quindi un dato ancora influenzato dal Covid19, l’Istat ha calcolato che sono stati oltre 80,5 milioni i passeggeri che hanno volato, come punto di partenza o destinazione, solo in Italia.

Viaggiare in aereo risulta infatti estremamente comodo, non sono molti i passaggi richiesti: presentarsi in aeroporto possibilmente con un po’ di anticipo, check-in in caso di valigie da imbarcare, sennò direttamente la fila al Gate, in attesa dell’imbarco; una volta a bordo, bagagli nella cappelliera, cintura, cellulare offline e si decolla.

Eppure, vi siete mai chiesti cosa avvenga dall’altra parte? L’aereo è una sorta di alveare, che vede un team di professionisti lavorare incessantemente per far sì che tutto fili per il verso giusto, che il volo sia un’esperienza gradevole per i passeggeri.

Due hostess si allontanano dall'aereo, 1950 circa. (Foto Getty Images)
Due hostess si allontanano dall'aereo, 1950 circa. (Foto Getty Images)

Per una volta, quindi, proviamo a cambiare prospettiva e a metterci nei panni eleganti e perfettamente stirati degli assistenti di volo, per osservare dall’esterno e comprendere cosa avviene realmente dietro le quinte della cabina, grazie ai consigli (e ai segreti) di due steward, l’inglese Kris Major e la statunitense Allie Malis, intervistati dalla CNN.

Iniziamo con le raccomandazioni pratiche: se potete scegliere tra diverse fasce orarie, prediligete le prime partenze della mattina, poiché sarà più difficile che l’aereo parta in ritardo. E sempre a proposito di partenze cancellate o fuori orario, entrambi pregano i viaggiatori di ricordare che “assistenti e passeggeri sono nella stessa barca, anche noi abbiamo disagi”, non c’è quindi ragione di innervosirsi o pensare che gli steward siano a conoscenza di ulteriori informazioni che non vogliono però condividere.

Da esperti quali sono, visti i continui voli che spesso attraversano numerosi fusi orari, Major e Malis hanno consigli precisi su come affrontare il jet lag. Ci sono due opzioni: se è prevista una permanenza di più giorni, allora la scelta migliore è dormire quando si arriva a destinazione, ma stando ben attenti a svegliarsi in tempi brevi, per poi forzarsi a restare svegli fino al calare della notte. Se invece si tratta di un viaggio di pochi giorni, come spesso accade agli stessi assistenti, allora probabilmente non converrà nemmeno cercare di abituarsi a un fuso diverso da quello di casa.

(Foto Getty Images)
(Foto Getty Images)

Passando all’argomento “passeggeri”, è curioso ciò che emerge da una prospettiva esterna: ad esempio, riguardo al dilemma del “diritto all’uso del bracciolo”. Annosa questione, chi tra i viaggiatori vicini può appoggiare i gomiti sui braccioli condivisi? Per Major, “quella sui braccioli è una battaglia brutale, ma secondo me dovrebbero essere usati dai passeggeri al centro”.

La risposta è più articolata quando si inizia a parlare di come gestire le persone nervose: se il problema è la paura di volare, allora è meglio che l’equipaggio lo sappia fin da subito, così da poter tener d’occhio il passeggero in questione e tranquillizzarlo.

“Anche perché – risponde Major – se la paura è quella di cadere, le chance che questo accada sono più che remote”. Nel dubbio, una delle tecniche migliori è quella di distrarsi: portare iPad, scaricare serie TV o libri appassionanti, colori e giochi per i bambini, si rivelano sempre ottime idee.

Infine, qualche curiosità: cosa pensa il personale di bordo degli applausi all’atterraggio? “È molto frequente soprattutto tra gli italiani, ha più senso dopo un volo pieno di turbolenze, in quel caso scarica la tensione”, risponde Major. Malis invece ha una visione più ironica: “Immagino che le persone siano sorprese di essere atterrate sane e salve. È sorprendente? Di solito gli aerei atterrano. Personalmente la trovo un’abitudine sgradevole”.

Enigmatica (e stuzzicante) la replica alla domanda sugli oggetti più strani trovati in cabina dopo lo sbarco dei passeggeri: “Tutto ciò che vi può venire in mente, anche le cose più strane, le abbiamo trovate”.

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