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Assalto CGIL, arrestato leader di Forza Nuova Palermo: incastrato da un selfie davanti al sindacato

Massimiliano Ursino, leader di Forza Nuova a Palermo, è stato arrestato con le accuse di devastazione e resistenza pluriaggravata in relazione all’assalto alla sede della Cgil del 9 ottobre a Roma: l’estremista di destra, che aveva rivendicato pubblicamente sui social network la partecipazione alla manifestazione ‘no green pass’, è stato incastrato da un selfie scattato davanti alla Camera del Lavoro.
A cura di Davide Falcioni
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Massimiliano Ursino, leader di Forza Nuova a Palermo, è stato arrestato con le accuse di devastazione e resistenza pluriaggravata in relazione all'assalto alla sede della Cgil del 9 ottobre a Roma: l'estremista di destra, che aveva rivendicato pubblicamente sui social network la partecipazione alla manifestazione ‘no green pass' della capitale e si era scattato un selfie davanti alla Camera del Lavoro, è stato tratto in arresto ieri sera su disposizione del Gip e condotto nel carcere Pagliarelli. Secondo gli inquirenti ci sarebbe stato anche lui alla testa del gruppo di una cinquantina di persone che, durante la manifestazione no vax e no Green pass della settimana scorsa, avevano devastato la sede del principale sindacato italiano. Nei guai per gli stessi fatti sono finiti anche il leader nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, quello romano, Giuliano Castellino, e l'ex terrorista nero Luigi Aronica. Subito dopo la manifestazione, Ursino aveva affermato che si "è alzato il livello dello scontro" e che "il popolo, strappando via il velo delle diverstità preconcette, utili solo al mantenimento dello status quo, si unisce spesso spinto da sete di giustizia ed è imprevedibile", sottolineando che "fino a quando il Green pass non verrà ritirato definitivamente, la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi".

Ursino incaprettato con nastro isolante tre anni fa

Ursino, tatuatore e storico militante di Forza Nuova, non è nuovo a problemi con la giustizia: nel 2005 venne accusato di aver picchiato un nigeriano assieme ad altri due complici, e nel 2006 di aver rapinato (sempre con dei compici) due cittadini del Bangladesh, aggredendoli poi brutalmente. Il fatto di cronaca più eclatante lo vede però tra le vittime: il 20 febbraio del 2018, infatti, venne aggredito in strada nei pressi della sede del partito di Palermo da alcuni militanti di un centro sociale cittadino, che lo immobilizzarono e gli legarono mani e piedi con del nastro isolante da imballaggio, per poi picchiarlo. In serata venne spedita ai giornali una rivendicazione anonima: "Chi afferma che esista una ‘minaccia fascista', a Palermo come in tutta la Sicilia, dovrà ricredersi. Sul territorio palermitano esiste chi ripudia il fascismo e non ha timore di lottare per bloccarlo e schiacciarlo, a partire da questi protagonisti del forzanovismo, guerrieri a parole, violenti nelle immagini che evocano forse, ma incapaci di proteggere la propria incolumità e di conquistare qualsiasi forma di potere politico. Palermo è antifascista, nelle pratiche e nella quotidianità di chi la vive. A Palermo non c'è spazio per il fascismo".

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