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Asportato a Bologna il tumore più grande d’Europa: rimossa massa all’addome di 30 chili a un 52enne

All’Irccs Policlinico Sant’Orsola è stato rimosso il tumore più grande d’Europa a un uomo sardo di 52 anni. Si trattava di lipo-sarcoma retro peritoneale di oltre 30 chili e 65 centimetri di diametro: “Mai visto niente del genere”.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio
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Intervento da record a Bologna: oggi all'Irccs Policlinico Sant'Orsola è stato asportato il tumore più grande d'Europa. Si tratta di un lipo-sarcoma retro peritoneale di oltre 30 chili e 65 centimetri di diametro: è il più grande mai descritto nella letteratura del Vecchio Continente.

"Mai visto niente del genere – ha commentato il professor Matteo Cescon, direttore della Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti dell’IRCCS Sant’Orsola -. Altri centri in Italia non avevano dato disponibilità a operare ma noi abbiamo voluto provare".

Come è specificato sul sito del Policlinico, il paziente in questione, 52 anni, era seguito in Sardegna per la cura di un tumore del timo. Nel corso delle analisi è stata scoperta anche una massa all’addome completamente asintomatica, come spesso avviene in questa tipologia di tumori. In pochi mesi quest'ultima è cresciuta esponenzialmente e l’oncologa ha deciso di inviarlo a centri italiani più specializzati in queste patologie.

Al Sant’Orsola è arrivato in condizioni di forte disagio, soprattutto nei movimenti. A Bologna è rimasto per quasi due mesi con un decorso post operatorio non semplice. Ma tutto si è risolto nel migliore dei modi, e da poche settimane l'uomo è tornato a casa, nella provincia di Cagliari, alla sua nuova vita “normale”. Presto tornerà al Sant’Orsola per essere operato anche per il tumore del timo.

"Quando ci è stato riferito il caso del paziente e i suoi esami diagnostici eravamo impressionati", ha aggiunto Cescon. L'intervento è stato complesso, eseguito in modo tradizionale data l’impossibilità di agire in laparoscopia. Grazie all’esperienza dell’équipe è stato possibile operare la massa evitando al paziente dialisi successive. "Questo era un impegno difficile da prendere – hanno concluso i chirurghi -: non sapevamo in che condizioni avremmo trovato gli altri organi spostati e schiacciati dalla massa. Potere esaudire questo suo desiderio è stata un’ulteriore e grande soddisfazione per noi

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