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Ascoli, striscione fascista contro la fornaia del 25 aprile. Ma il sindaco: “Vere vittime i poliziotti”

Il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti si schiera con gli agenti di polizia che, in una manciata d’ore, hanno ripetutamente identificato una fornaia che aveva esposto uno striscione sul 25 aprile. “I poliziotti sono le vere vittime”.
A cura di Davide Falcioni
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Ha subito due controlli di polizia in una manciata d'ore solo per aver esposto uno striscione sul 25 aprile; ha ricevuto gli insulti di gruppuscoli di neofascisti della sua città, che ieri sera sono arrivati persino ad evocare i "forni crematori". Eppure per il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti (FDI) le vere e uniche vittime della vicenda di cui da due giorni parla tutta Italia – quella della "fornaia della Liberazione" – sono gli agenti di polizia.

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Il primo cittadino della città marchigiana ha rotto il silenzio ed ha commentato i fatti che da 48 animano il dibattito anche politico in tutto il Paese: la doppia identificazione di Lorenza Roiati, titolare del panificio "L'Assalto ai Forni" e nipote di un partigiano "colpevole" di aver esposto – come ogni anno dal 2019 – uno striscione celebrativo della Resistenza. "25 Aprile, buono come il pane bello come l’antifascismo".

Ebbene, in un video pubblicato sulle sue pagine social Marco Fioravanti ha "condannato fermamente i vergognosi striscioni comparsi stanotte in città". Si riferisce a uno affisso in via Luigi Marin, ad un centinaio di metri dalla sede della Questura di Ascoli Piceno, inneggiante "Ai forni", riferendosi a quelli crematori utilizzati nei lager durante l'olocausto. Ad appenderlo sono stati alcuni militanti dell'estrema destra ascolana, un gruppuscolo di nostalgici degli orrori del fascismo piuttosto attivo in città. Gli stessi hanno esposto un altro striscione a poca distanza: "Da quel forno un tale fetore, che diventa simpatico anche il questore".

Il sindaco ha quindi aggiunto che "gli eventi degli ultimi giorni hanno delle vittime, e chi ha fatto sciacallaggio politico". Le vittime, tuttavia, per il primi cittadino non vano ricercate tra i gestori del forno preso di mira bensì tra i poliziotti, perché "hanno subìto una violenta aggressione social solo per aver fatto il proprio lavoro: dopo una segnalazione, come accade ogni giorno e accaduto anche lo scorso anno il 25 aprile, hanno semplicemente verificato il contenuto di uno striscione. Registrato come il contenuto fosse legittimo e non offensivo, non ne hanno ordinato la rimozione e hanno continuato a svolgere il loro lavoro per garantire la sicurezza dei cittadini".

Il sindaco di Ascoli Piceno se la prende poi con i politici di centrosinistra che lo invitavano a intervenire sulla situazione, tra cui Matteo Ricci, ex primo cittadino di Pesaro e oggi eurodeputato del Pd. "Matteo Ricci ha fatto sciacallaggio, non è mai stato in questa città, ha dovuto mettere Ascoli Piceno su Google Maps visto che nemmeno dopo il sisma è venuto a portare la solidarietà ai terremotati. Ha strumentalizzato ragazze e ragazzi liberi, che difendevano i propri ideali e i propri valori, interrompendo anche il lutto nazionale nella giornata del funerale del nostro Sommo Pontefice", ha attaccato Fioravanti.

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