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“Articoli diffamatori”, oscurato il giornale online Iacchitè: “Stampa clandestina”

Il caso del giornale online calabrese completamente oscurato e sottoposto a sequestro preventivo da parte dei carabinieri di Cosenza per ordine della Procura della Repubblica di Salerno dopo che il procuratore capo di Cosenza ha presentato un esposto per contestare alcuni articoli ritenuti diffamatori.
A cura di Antonio Palma
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Da alcuni giorni un popolare giornale online calabrese, Iacchitè, è stato completamente oscurato e sottoposto a sequestro preventivo da parte dei carabinieri di Cosenza per ordine della Procura della Repubblica di Salerno. Il pesante provvedimento di oscurare l'intero sito e non solo alcune pagine è arrivato dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della Procura della Repubblica campana, che è competente su quella di Cosenza, a seguito un esposto per contestare alcuni articoli ritenuti diffamatori da parte del procuratore capo di Cosenza  Mario Spagnuolo. A sorprendere però, come racconta lo stesso direttore del giornale calabrese, Gabriele Carchidi, è la motivazione del provvedimento che bolla il sito online come "Stampa Clandestina"

"Per la procura Iacchite è stampa clandestina. Giuriamo, sul provvedimento c’è scritto così: stampa clandestina! Come nell’800. Roba che succede solo in Turchia, Cina, nei regimi dittatoriali, e a Cosenza, unica città dell’occidente dove si può applicare questa censura" ha scritto Carchidi, aggiungendo: "Per far questo, non potendo agire sul server perché si trovano all’estero e serve una vera motivazione nonché una rogatoria, si sono inventati il provvedimento creativo della stampa clandestina: inibizione del sito sul territorio nazionale".

"A Cosenza, e capitelo bene tutti, comandano i poteri forti nel silenzio complice della politica. E chi si ribella e alza la testa fa una brutta fine. È questo il messaggio che deve passare. Avete capito: tutti zitti e a cuccia" ha scritto rincarando la dose, concludendo: "Ecco perché a Cosenza non ci sarà mai giustizia. Perché chi l’amministrata non lo fa nel nome del popolo italiano. Ma a noi non ci fanno paura, e andremo avanti come sempre. Un messaggio ai nostri nemici: ci dovete ammazzare per farci stare zitti, e possibilmente colpendoci alle spalle, perché fino a che avremo la possibilità vi combatteremo con tutte le nostre forze".

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