“Articoli diffamatori”, oscurato il giornale online Iacchitè: “Stampa clandestina”

Da alcuni giorni un popolare giornale online calabrese, Iacchitè, è stato completamente oscurato e sottoposto a sequestro preventivo da parte dei carabinieri di Cosenza per ordine della Procura della Repubblica di Salerno. Il pesante provvedimento di oscurare l'intero sito e non solo alcune pagine è arrivato dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della Procura della Repubblica campana, che è competente su quella di Cosenza, a seguito un esposto per contestare alcuni articoli ritenuti diffamatori da parte del procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo. A sorprendere però, come racconta lo stesso direttore del giornale calabrese, Gabriele Carchidi, è la motivazione del provvedimento che bolla il sito online come "Stampa Clandestina"
"Per la procura Iacchite è stampa clandestina. Giuriamo, sul provvedimento c’è scritto così: stampa clandestina! Come nell’800. Roba che succede solo in Turchia, Cina, nei regimi dittatoriali, e a Cosenza, unica città dell’occidente dove si può applicare questa censura" ha scritto Carchidi, aggiungendo: "Per far questo, non potendo agire sul server perché si trovano all’estero e serve una vera motivazione nonché una rogatoria, si sono inventati il provvedimento creativo della stampa clandestina: inibizione del sito sul territorio nazionale".
"A Cosenza, e capitelo bene tutti, comandano i poteri forti nel silenzio complice della politica. E chi si ribella e alza la testa fa una brutta fine. È questo il messaggio che deve passare. Avete capito: tutti zitti e a cuccia" ha scritto rincarando la dose, concludendo: "Ecco perché a Cosenza non ci sarà mai giustizia. Perché chi l’amministrata non lo fa nel nome del popolo italiano. Ma a noi non ci fanno paura, e andremo avanti come sempre. Un messaggio ai nostri nemici: ci dovete ammazzare per farci stare zitti, e possibilmente colpendoci alle spalle, perché fino a che avremo la possibilità vi combatteremo con tutte le nostre forze".