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Arriva la doggy bag in mille ristoranti: ora anche in Italia ci si potrà portare gli avanzi a casa

Con un progetto dal titolo “Doggy bag se avanzo mangiatemi” verranno introdotti i contenitori per riportare a casa gli avanzi del pranzo o della cena in mille ristoranti italiani. Una iniziativa che punta a ridurre lo spreco alimentare e che vuole incentivare i consumatori a chiedere il loro contenitore per portare a casa gli avanzi del pasto.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’usanza della doggy bag, una pratica comune in molti paesi tra cui – su tutti – gli Stati Uniti, non si è ancora diffusa in Italia. Molte persone, dopo aver pranzato o cenato in un ristorante, si vergognano di chiedere di farsi incartare gli avanzi per poterli portare a casa e consumarli in un altro momento. Per questo motivo la Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, e Comieco, il Consorzio per il recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica, hanno dato vita a un progetto con il quale verranno introdotte le doggy bag in mille ristoranti italiani.

Cos’è la doggy bag

La doggy bag è un contenitore all’interno del quale vengono inseriti gli alimenti avanzati dai pasti: l’idea, almeno stando al suo nome, è quella di portare questi avanzi ai propri animali domestici. In realtà non si tratta di contenitori per cibo da portare al cane ma per prodotti che consumeranno le stesse persone che hanno mangiato il loro pasto in un ristorante o in un hotel. La pratica deriva dalla tradizione degli Stati Uniti ma è stata “importata” anche in altri paesi europei come la Francia e la Gran Bretagna. In sostanza, il cliente del ristorante chiede al cameriere di mettere in un contenitore ciò che è avanzato dal pasto.

La doggy bag in Italia

In Italia quella della doggy bag è un’usanza poco diffusa. Ma nei ristoranti italiani, secondo alcune stime presentate anche da Fine e Comieco lanciando questa iniziativa, si sprecano 185mila tonnellate di cibo l’anno. Il progetto – che si chiama “Doggy bag se avanzo mangiatemi” – prevede una prima fase in cui mille ristoranti italiani utilizzeranno i contenitori colorati messi a disposizione da queste due federazioni. L’obiettivo è aumentare questa cifra in futuro. Le stime degli ideatori del progetto fanno emergere che in Italia c’è un bacino potenziale di 104mila ristoranti a cui estendere questa pratica.

Secondo i dati Fipe, inoltre, su 8.092 comuni solo il 6,8% di questi non ha ristoranti. Cifra che fa pensare – secondo gli organizzatori dell’iniziativa – a un possibile successo e a una possibile estensione del progetto a qualunque località italiana. Alla presentazione dell'iniziativa ha partecipato anche Maria Chiara Gadda, membro della commissione Ambiente e relatrice della legge 166/16 sulla limitazione degli sprechi alimentari: “La norma anti sprechi sta contribuendo ad accrescere la sensibilità dei cittadini verso il cibo e il suo utilizzo consapevole, specie nella prevenzione e nel recupero delle eccedenze. Le nostre scelte quotidiane di acquisto e di consumo degli alimenti sono importanti, generare eccedenze può contribuire allo spreco oppure creare nuove opportunità che con la legge 166 vengono sostenute e valorizzate attraverso la filiera del dono finalizzato alla solidarietà sociale”.

Secondo Gadda, “la doggy bag può avere un ruolo strategico per vincere questa sfida dal punto di vista culturale”. Della stessa opinione anche la Fipe: “Non si tratta solo di una pratica che fa bene all’ambiente, ma che permette di consumare del buon cibo preparato al ristorante anche nelle proprie case, prolungando il piacere di un’esperienza di qualità”. Comieco spiega invece come è andato finora il progetto nato nell’anno di Expo di 2015: “Ha riscontrato positive esperienze in oltre 50 ristoranti di slow food Italia e in più di 200 locali tra Milano, Bergamo, Varese e Roma”.

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