Arresto padre Saman Abbas, la mamma è ancora latitante: “Non cercatela in Pakistan, è in Europa”
"Mia moglie non è più in Pakistan, è partita per l'Europa. È inutile che la cercate". A pronunciare queste parole, nel momento in cui è stato arrestato dalla polizia in Pakistan con l’accusa di omicidio, sarebbe stato Shabbar Abbas, il padre di Saman, la diciottenne sparita nel nulla da Novellara (Reggio Emilia) la notte del 30 aprile 2021.
Come scrive oggi Repubblica, l’uomo che era scappato in Pakistan all’indomani del possibile omicidio di sua figlia non avrebbe aggiunto altro dinanzi alla polizia, solo queste parole forse pronunciate per tentare di difendere la moglie, l’unica ancora in libertà tra gli indagati per la morte di Saman Abbas.
La mamma di Saman Abbas ancora latitante
Shabbar Abbas è stato arrestato nel suo Punjab, la regione del Pakistan dove la famiglia Abbas viveva prima di trasferirsi nelle campagne reggiane. Solo, non ha opposto resistenza. Della moglie, per il momento, nessuna traccia.
La allora ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva chiesto anche l'arresto della donna. Per entrambi i genitori della ragazza Cartabia aveva ottenuto a luglio del 2021 l'inserimento nella banca dati Interpol, che equivale a una richiesta di arresto provvisorio. Una volta che Shabbar Abbas a settembre era stato localizzato, Cartabia aveva formalizzato la richiesta di estradizione.
Nazia è accusata infatti insieme al marito Shabbar, allo zio Danish Hasnain e ai cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq dell’omicidio di Saman Abbas.
Caso Saman Abbas, cosa succede adesso: il 24 novembre nuova udienza
Shabbar Abbas è stato portato nella capitale Islamabad e per l'udienza per la notifica degli atti, la ‘red notice' dell'Interpol con le accuse di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere della figlia. È stata già fissata al 24 novembre la nuova udienza. L'udienza di oggi si è svolta a porte chiuse e la prossima, a quanto si apprende, sarà dedicata alle controdeduzioni della difesa dell'uomo.
Saman Abbas sarebbe stata uccisa dalla sua famiglia dopo essersi opposta a un matrimonio combinato in patria. Lei voleva vivere la sua vita e aveva un fidanzato in Italia. La ragazza prima aveva denunciato i familiari ed era stata collocata per un periodo in una comunità protetta. Poi, una volta maggiorenne, era rientrata in famiglia, ma solo per avere i documenti e poter andare via.
Tra gli elementi più forti raccolti dagli investigatori a carico del padre c'è un'intercettazione con un parente che risale a un mese dopo la fuga in Pakistan. "Ho ucciso mia figlia", diceva il padre di Saman. Anche Nazia in una conversazione via chat con il figlio minorenne rimasto in Italia diceva: "Io e tuo padre siamo morti lì".
Secondo le indagini dei carabinieri e della procura di Reggio Emilia il delitto sarebbe stato organizzato e compiuto dai genitori e dagli altri tre parenti che andranno a processo. La prima udienza è fissata per il 10 febbraio 2023. Ad oggi non si sa ancora se per quella data l'Italia avrà ottenuto la consegna di Shabbar Abbas dal Pakistan, in mancanza di trattati sulle estradizioni, né fino a quando rimarrà in custodia nel suo Paese.