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Giampaolo Amato, medico arrestato a Bologna

Arrestato per avvelenamento della moglie, Giampaolo Amato chiede la scarcerazione: “Uomo distrutto”

I legali del medico bolognese hanno presentato istanza di scarcerazione del loro assistito e in subordine richiesta di custodia cautelare ai domiciliari. L’uomo è stato arrestato due anni dopo la morte della moglie, accusato di averla avvelenata.
A cura di Antonio Palma
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Giampaolo Amato
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Continua a proclamarsi innocente Giampaolo Amato, il medico bolognese arrestato con la gravissima accusa di aver ucciso la moglie, la ginecologa Isabella Linsalata, avvelenandola nella loro casa nella notte tra il 30 e il 31 ottobre del 2021. La conferma arriva dall'udienza davanti al tribunale del Riesame dove i suoi legali hanno presentato istanza di scarcerazione del loro assistito e in subordine richiesta di custodia cautelare ai domiciliari.

Amato è “un uomo distrutto” ha rivelato al termine dell'udienza la sua legale che, rispondendo alle domande dei cronisti, ha spiegato: “Come sta un uomo in carcere? È disperato, distrutto e rovinato da un eccesso mediatico".  Il 64enne arrestato l’8 aprile scorso, quasi due anni dopo la morte della moglie 62enne, è rinchiuso in cella nel carcere della Dozza dal giorno dell’arresto ma si è sempre proclamato innocente.

Amato e la moglie Isabella Linsalata
Amato e la moglie Isabella Linsalata

A poche ore dall’arresto i suoi legali avevano fatto ricorso al Tribunale del Riesame, impugnando l'ordinanza di custodia firmata dal Gip ed eseguita dai carabinieri su richiesta della Procura della Repubblica. Una richiesta di scarcerazione avanzata dopo aver valutato i documenti dell’accusa, ritenuti dai difensori pieni di prove solo indiziarie. I legali infatti hanno sottolineato come si tratti di un procedimento meramente indiziario.

Per questo è stato chiesto l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare, la revoca della misura per insussistenza delle esigenze cautelari, e solo in estremo subordine gli arresti domiciliari. Ora i giudici del Tribunale della Libertà di Bologna, al termine dell'udienza durata circa un'ora e mezza, si sono riservati la decisione.

Nella richiesta di carcere per Amato, il gip aveva indicato il pericolo di contaminazione delle prove, che si basano su analisi scientifiche e intercettazioni ma anche su testimonianze di persone a lui vicine. Inoltre era stato paventato il rischio di un ulteriore gesto violento nei confronti dell’amante, che lo ha lasciato dopo avere scoperto dell’inchiesta a suo carico. L'uomo deve rispondere dei reati di omicidio volontario aggravato ma anche peculato, perché secondo le accuse si è impossessato di medicinali di cui aveva disponibilità in ospedale, e detenzione di medicinali con effetti psicotropi presenti nelle tabelle degli stupefacenti.

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