Arrestato Montante, ex presidente Sicindustria: “Spiava indagini di magistratura e polizia”
Con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione la Squadra mobile di Caltanissetta ha arrestato Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia e attualmente presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e presidente di Retimpresa Servizi srl di Confindustria Nazionale. Oltre all’imprenditore per anni ritenuto paladino dell’antimafia sono finiti ai domiciliari anche altre cinque persone. Un altro indagato è stato colpito dalla misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’ufficio pubblico per la durata di 1 anno. A seguito di una indagine condotta dalla Squadra Mobile di Caltanissetta, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, gli indagati sono accusati, a vario titolo, di essersi associati allo scopo di commettere più delitti contro la pubblica amministrazione e di accesso abusivo a sistema informatico; nonché più delitti di corruzione.
Tra le persone coinvolte nell'inchiesta anche agenti della Polizia di Stato – Secondo la Procura, Montante avrebbe fatto parte di una vera e propria rete di “spionaggio” con lo scopo di avere notizie sulle indagini della magistratura a suo carico. L’ex presidente degli industriali siciliani avrebbe provato a corrompere anche esponenti delle forze dell'ordine per avere notizie riservate su indagini della Direzione distrettuale antimafia. Secondo gli inquirenti, con regali costosi e soldi l’imprenditore avrebbe pagato alcuni investigatori per avere informazioni. Tra le persone coinvolte nell'inchiesta ci sarebbero anche tra agenti della Polizia di Stato. Due anni fa Montante aveva ricevuto un avviso di garanzia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa per presunti legami con esponenti mafiosi.
Tra gli indagati anche Renato Schifani
Nell’inchiesta ci sarebbero anche 22 indagati, non raggiunti da alcuni provvedimento, accusati di aver fatto parte della catena delle fughe di notizie: tra loro c’è anche l’ex presidente del Senato Renato Schifani e alcuni vertici dell'Aisi. Schifani avrebbe rivelato notizie coperte da segreto – apprese dall'ex direttore dell'Aisi Esposito che a sua volta le aveva avute da altri appartenenti alle forze di polizia – relative all'inchiesta che ha portato all'arresto di Montante. Questa l'accusa contestata all'ex presidente del Senato, indagato per rivelazione di segreti d'ufficio e favoreggiamento. In particolare, avrebbe riferito al docente universitario Angelo Cuva (indagato) che il colonnello Giuseppe D'Agata era indagato nel procedimento.
La replica di Schifani – “Apprendo con stupore l'indagine a mio carico riguardo una mia presunta condotta, che è assolutamente inesistente. Mi riservo, piuttosto, di denunciare per millantato credito chi per ipotesi mi ha coinvolto e fin d'ora sono a disposizione dell'Autorità giudiziaria per comprendere meglio la vicenda ed avviare tutte le iniziative opportune, al fine di tutelarmi da un'accusa palesemente infondata. Rivendico, infine, che non ho mai avuto alcuna amicizia o frequentazione con il signor Montante, a dimostrazione dell'assoluto disinteresse nei confronti di quest'ultimo”, ha dichiarato intanto il senatore di Forza Italia.