Arrestato Marco Marfè, il neomelodico di X-Factor ai domiciliari

Marco Marfè, 27 anni, di Casoria, il neomelodico osannato su YouTube e social network vari per il provino sostenuto a X Factor, sarebbe stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Casoria, nell’ambito di una inchiesta su un giro di usura, secondo quanto scrive Il Mattino, gestito dalla mamma Vincenza D’Elia, per la quale il cantante avrebbe svolto “il ruolo di picchiatore per le vittime che non riuscivano a pagare le pesanti rate”. Non è la prima volta che l’autore de Il Fragolone si ritrova nei guai con la giustizia. Era già successo nel 2009. All’epoca fu denunciato a piede libero dai carabinieri insieme con il papà, Antonio, con l'accusa di usura. Marfè era stato sorpreso, sempre secondo quanto riportava all’epoca Il Mattino, mentre nascondeva tra le mani diversi libri mastri contenenti le tabelle dei prestiti erogati a soggetti sotto usura. All'epoca il cantante si difese, attraverso il suo manager, affermando di aver trovato quella busta, nei pressi della sua abitazione nel rione Arpino, mentre stava uscendo per andare ad un concerto, credendo – sempre secondo quanto riferito dal manager – che contenesse quaderni di bambini.
Neomelodici e criminalità
Marco Marfè non è certo il primo neomelodico a finire in manette nel Napoletano (e non solo). L'ultimo in ordine di tempo era stato Franco Laudati, quarantenne di Giugliano, che la sera cantava e di giorno, secondo le accuse, era un rapinatore e ricettatore. A gennaio era toccato a Giuseppe Tomasello, nato a Roma ma cantante di testi in napoletano, essere fermato nella Capitale, nel tentativo di rapinare un distributore sulla via Prenestina, durante il quale avrebbe esploso un colpo di pistola che aveva colpito a un piede un passante. A settembre dell'anno scorso invece, Alfonso Manzella, meglio conosciuto col nome di “Zuccherino”, era stato arrestato dai carabinieri con le accuse di detenzione, porto illegale ed esplosione di colpi d’arma da fuoco e resistenza a pubblico ufficiale. Il neomelodico già in passato ha fatto parlare di sé per i riferimenti alla camorra nelle sue canzoni. Un altro caso che fece assai discutere fu quello del saluto di Raffaello a Palermo al presunto boss locale Gino Abbate durante una festa di piazza per le celebrazioni della Madonna del Carmine. E note sono le ammissioni di Gigi D'Alessio in merito al connubio tra musica neomelodica e criminalità: "Se a Napoli vuoi fare il cantante è inevitabile che finisci in quel giro – aveva detto al mensile Vanity Fair nel novembre 2008 – .Mi fermavano per strada dicendomi: ‘Se non vieni a cantare alla festa di mio figlio ti taglio la gola'. E io ci andavo, eccome se ci andavo".