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Arrestato in Argentina Leonardo Bertulazzi: faceva parte delle Brigate Rosse, latitante dal 1980

Leonardo Bertulazzi, ex membro delle Brigate Rosse, è stato arrestato in Argentina dopo più di 40 anni di latitanza e verrà estradato in Italia. Ricercato dal 1980, fu tra i responsabili del sequestro dell’ingegnere Pietro Costa avvenuto a Genova nel 1977. Bertulazzi dovrà scontare 27 anni per sequestro di persona, associazione sovversiva e banda armata.
A cura di Eleonora Panseri
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A sinistra, il brigatista Leonardo Bertulazzi in una foto d'eposa. A destra, la Polizia federale argentina.
A sinistra, il brigatista Leonardo Bertulazzi in una foto d'eposa. A destra, la Polizia federale argentina.

Il brigatista Leonardo Bertulazzi è stato arrestato in Argentina dopo più di 40 anni di latitanza. Ricercato dal 1980, fu uno dei responsabili del sequestro dell'ingegnere navale Pietro Costa avvenuto a Genova nel 1977.

A seguito della revoca dello status di rifugiato che aveva ottenuto nel 2004, Bertulazzi verrà estradato in Italia. Dovrà scontare 27 anni per sequestro di persona, associazione sovversiva, banda armata e altri reati.

Oggi, giovedì 29 agosto, la Polizia argentina ha eseguito la misura restrittiva insieme all'Intelligence italiana e a dirigenti e operatori delle forze di polizia in servizio presso la Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, la Digos di Genova e il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che si trovavano a Buenos Aires già da alcune settimane.

Il latitante era già stato arrestato nel 2002 a Buenos Aires, alla fine di una complessa attività di indagine condotta insieme alle forze dell'ordine italiane e all'Interpol. Ma era stato rilasciato qualche mese dopo.

Chi è Leonardo Bertulazzi, l’ex Brigate Rosse arrestato in Argentina

Bertulazzi faceva parte della colonna genovese delle Brigate Rosse con il nome di battaglia ‘Stefano'. Tra gli altri reati di cui si è reso colpevole, il più famoso è la partecipazione al sequestro dell'ingegnere navale Pietro Costa, avvenuto a Genova il 12 gennaio 1977.

Il sequestro era finalizzato a ottenere denaro per sovvenzionare l'attività terroristica. Una parte del riscatto richiesto, 50 milioni di lire, venne utilizzata per l'acquisto dell'appartamento di via Montalcini 8 a Roma, dove venne tenuto prigioniero Aldo Moro per il periodo del suo sequestro.

Il sequestro dell’ingegnere Pietro Costa

Il 12 Gennaio 1977 alle 19.30 Pietro Costa, 42 anni, spostato e padre di due figli, membro di una tra le più ricche famiglie di armatori genovesi viene sequestrato vicino alla sua casa di Castelletto. Due uomini armati lo afferrarono e spinsero nell'abitacolo di una Fiat 132.

Inizialmente venne richiesto un riscatto di 10 miliardi di lire ma la trattativa con la famiglia Costa porterà al ridimensionamento della richiesta a un miliardo e cinquecento milioni di lire. Il pagamento fu portato a termine a Roma, nel parco di Villa Sciarra, il 26 marzo. Costa verrà rilasciato all'alba del 4 aprile, legato mani e piedi in salita San Bersezio.

Meloni: "Grazie alle autorità argentine per arresto Bertulazzi"

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con una nota di Palazzo Chigi, ha espresso "profondo apprezzamento alle Autorità argentine per aver eseguito l'arresto di Leonardo Bertulazzi, già condannato in Italia a 27 anni di carcere per reati di terrorismo, a seguito della revoca dello status di rifugiato da parte della Commissione per i Rifugiati argentina".

"L'arresto del latitante membro delle Brigate Rosse – si legge nel comunicato – è stato reso possibile da un'intensa e proficua collaborazione tra le Autorità giudiziarie italiane, argentine e Interpol".

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