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Arrestato il boss Vincenzo Pagano: gli agenti si sono finti testimoni di Geova

Vincenzo Pagano, boss 44enne legato al clan Veneruso, è stato arrestato oggi dagli agenti del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. I militari hanno bussato alla sua porta spacciandosi per testimoni di Geova.
A cura di Alfonso Biondi
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Carabinieri

Una trovata originale ed efficace allo stesso tempo. I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna sono riusciti ad arrestare il pericoloso boss Vincenzo Pagano bussando alla sua porta e spacciandosi per testimoni di Geova. L'uomo, disarmato, ha aperto ai falsi predicatori evangelici che hanno così potuto arrestarlo senza troppi problemi. Pagano ha 44 anni e risulta residente a Montefore Irpino, paese in  provincia di Avellino.

L'operazione si è svolta a Cislago, comune di 10mila abitanti in provincia di Varese, nel quale l'uomo aveva affittato un appartamento sotto falso nome. E la sceneggiata è andata avanti anche dopo il blitz degli agenti: Pagano infatti ha mostrato loro un documento falso, cercando di spacciarsi per un'altra persona. I militari, però, non hanno abboccato e, dopo averlo arrestato, lo hanno rinchiuso nella Casa di Lavoro di Saliceto San Giuliano, in provincia di Modena.

Il boss rappresenta un uomo di spicco del clan Veneruso, un gruppo criminale che opera prevalentemente a Volla e a Casalnuovo di Napoli. Nello specifico, ne sarebbe il reggente: il "titolare" Gennaro Veneruso risulta infatti detenuto e destinatario di un ordine di esecuzione emesso nel 2008 dall'Ufficio di Sorveglianza del Tribunale di Avellino nel quale viene definito come socialmente pericoloso in quanto legato al clan camorristico.

Pagano risultava latitante dall'aprile del 2003, cioè da quando, dopo aver ricevuto un permesso premio nella Casa Circondariale "Vallette" di Torino, non vi fece più ritorno. L'uomo può vantare un curriculum criminale di tutto rispetto:  ha infatti riportato parecchie condanne per per associazione a delinquere di stampo mafioso,  sequestro di persona, estorsione e ricettazione, violazione della normativa sulle armi, rapina aggravata. L'operazione messa a segno oggi rappresenta quindi un altro duro colpo alla criminalità organizzata campana.

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