Arrestato Andrea Bonafede, l’uomo che ha dato l’identità a Matteo Messina Denaro: pericolo di fuga
Arrestato Andrea Bonafede, l’uomo che ha dato l'identità al boss Matteo Messina Denaro. I carabinieri del Ros lo hanno arrestato con l'accusa di associazione mafiosa e condotto presso la caserma del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani. Il geometra di Campobello di Mazara, per gli inquirenti, avrebbe prestato volontariamente l'identità al boss Matteo Messina Denaro e per molto più tempo di quanto ammesso.
Bonafede dunque deve rispondere della pesantissima accusa di associazione mafiosa. Per gli inquirenti non sarebbe stato solo un prestanome ma sarebbe diventato in questi ultimi anni uno dei fiancheggiatori più fedeli del padrino di Cosa Nostra, fornendogli copertura in vari modi.
Per la magistratura palermitana, oltre a consegnare all’ex latitante la sua carta di identità e la tessera sanitaria, avrebbe acquistato con i soldi del boss la casa di Campobello di Mazara ma anche biglietti aerei per favorire la latitanza.
Dopo l'arresto del boss, l'uomo aveva collaborato ed era rimasto a piede libero, anche se indagato, ma dopo le ulteriori indagini gli inquirenti hanno stabilito che la sua posizione si è aggravata. I magistrati della Dda, coordinati dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido hanno chiesto e ottenuto dal gip la misura cautelare, per il pericolo di inquinamento delle prove e il pericolo di fuga.
Lo stesso Bonafede infatti temeva l'arresto, come avevano confermato i familiari. Dopo le indagini a suo carico, infatti, era andato a vivere a casa della sorella e del cognato in una frazione di Campobello di Mazara dove vive anche la madre. "È venuto qui perché teme l'arresto e che poi non potrà più vederla" aveva detto il cognato.
Secondo quanto ricostruito finora, Bonafede, 59 anni, era stato avvicinato dal boss che lui già conosceva dall'infanzia e lo avrebbe aiutato a lungo nella sua latitanza acquistando ad esempio l’abitazione con i soldi del boss ma facendo per lui anche altri favori come fornirgli la sua identità. Persino l'auto usata da Messina Denaro era intestata alla mamma di Andrea Bonafede.
Dopo l'arresto del boss, Bonafede aveva detto di essere stato avvicinato dal suo amico di gioventù Matteo Messina Denaro un anno fa, ma per gli inquirenti avrebbe mentito perché l'aiuto al boss durerebbe da molto più tempo.
“Era stato minacciato, aveva paura”, lo aveva difeso nei giorni scorsi la ex compagna. "Mi metto nei suoi panni, come faceva a dire di no a Matteo Messina Denaro? Credo che anch’io avrei fatto così se mi fosse capitato, anch’io per paura avrei ceduto a un boss di quel calibro la mia carta d’identità" aveva detto la donna.